Una squier originale
Le chitarre Squier sono sempre considerate copie economiche “voglio ma non posso”, prodotte da Fender proprio per la fascia bassa usando questo marchio per non “infangare” il blasone di famiglia. Nel catalogo dominato da modelli strato e tele messa un po’ in disparte sotto la voce “Other Guitars” e’ possibile trovare uno strumento abbastanza originale ed interessante, la Jagmaster. Ho sempre odiato le chitarre off-set, la palettona anni 70 e la scala corta, ma quando sono incappato in una Jagmaster e’ stato amore a prima vista.
Cazzeggiando in un negozietto di strumenti, la mia attenzione viene attirata da un body visibile solo in parte. La chitarra era appesa insieme a molte altre, si poteva scorgere un bel sunburst, un pickguard tartarugato e un ponte tipo strato a 6 viti, ma le forme non erano quelle familiari della strato. Incuriosito mi avvicino e tiro giù’ la chitarra dal gancio. Ma che roba e’? sembra una jazzmaster, non ha tutti gli ammennicoli vari, ha due humbuckers e un ponte tipo strato invece del marchingegno infernale delle nobili cugine… guardo la paletta… Jagmaster Squier.
Quel corpo off set che mi e’ sempre sembrato sgraziato, da seduti e’ comodissimo, bilanciato e di dimensioni giuste per adattarsi al corpo, tra l’altro anche in piedi mantiene queste caratteristiche. La scala corta e’ veramente una sorpresa, la mano destra gode.
Riesco a trattenere l’acquisto compulsivo e la rimetto a posto, in quel momento la mia GAS e’ focalizzata sulla telecaster e ne sto cercando una (che poi e’ la Squier classic vibe di cui ho già’ raccontato la storia qui sul blog). Passano un po’ di mesi, finalmente soddisfo la voglia di tele con la Classic vibe, ma dopo pochi giorni riecco che la GAS, oramai a livello patologico, torna a tormentarmi, e sento che la Jagmaster chiama.
La cerco ovunque ma non la trovo, un bel giorno pero’ mi trova lei. Passo dal mio negozio di fiducia e il proprietario mi fa:” ah, ho la chitarra che cercavi, e’ di un cliente che l’ha comprata, gli ha cambiato i pickups ma non gli piace proprio, ha due segni sulla vernice e me l’ha lasciata in conto vendita, 1600 RMB con due humbucker Seymour Duncan (gli alnico II Slash zebrati). Ovviamente mi fiondo a provarla, e ho la conferma della prima impressione… COMODISSIMA. Il cambio dei pick-up onestamente e’ stato deleterio per il suono, i duncan designed di serie suonano meglio, questi montati sono troppo scuri e seppur i puliti hanno il loro perché’ il crunch ne esce impastato. Magari montati su una les paul hanno tutta un’altra resa ma su questa chitarra fanno a cazzotti. Comunque la compro, costa la meta’ del nuovo, i segnetti sulla vernice nemmeno si vedono e alla fine ho già’ a casa i pick-up adatti, per il progetto diabolico che ho in mente.
Torno a bomba sull’incipit, perche’ dico che la Jagmaster a suo modo e’ una squier originale? perche’ racchiude in se elementi di diverse chitarre senza esserne la copia esatta. Corpo offset come la jazzmaster, scala da 24 come la jaguar, ponte tremolo tipo “strato” a sei viti, e’ come se queste 3 chitarre diverse convivino in un’unico strumento. Nei giorni successivi all’acquisto mi sono chiesto se fosse possibile andare oltre….
Ho portato la chitarrina nell’antro del mio amico Brad Ferguson, ingegnere eletronico texano trapiantato a Shanghai, con me due pickups e alcune idee.
La configurazione HH e’ l’ideale per per provare un’idea che gia’ mi frullava in testa da tempo. P-Rail al manico e JB al ponte. Con questi pick up e’ possibile con due mini toggle switch avere i seguenti suoni.
- Al manico: P-90ish, serie (humb classico) e parallelo (tipo due single coil insieme)
- Ponte: Serie e parallelo
Mentre parlavo di queste idee con Brad a lui e’ venuta l’idea piu’ geniale. In questo incrocio bastardissimo mancava un elemento telecasterish… e’ cosi’ l’idea di buttare le orribili sellette pressofuse del pontaccio (la parte piu’ debole di una jagmaster) per utilizzare tre sellette di ottone compensate, mi fa vedere un’esperimento che ha fatto su una squier strato che ha in laboratorio buttata in un angolo… COOL!!! l’impatto estetico e’ quello che mi ha preso subito, al di la delle speculazioni possibili su come possa modificare il suono, l’idea interessante e’ che in questo incrocio che oramai sta portando lo strumento ad essere un organismo geneticamente modificato si viene ad introdurre un altra chitarra.
La chitarra elettrica e’ un’oggetto misterioso, un sistema complesso, nel quale il tutto e’ diverso dalla somma delle parti, dico diverso perche’ potrebbe essere maggiore o minore, nel senso che ogni componente da un contributo al suono finale che va ad integrarsi con quello di tutti gli altri componenti, se un componente in se dovrebbe enfatizzare le frequenze medie di un tot e un altro componente le frequenze basse di un altro tot, combinati insieme potrebbero andare ad ottenere un effetto del tutto inaspettato enfatizzando un range di frequenze completamente diverso dal primo e dal secondo… per dirla in modo semplice, se l’idea sembra interessante sulla carta, il risultato di un tale incrocio potrebbe essere una totale ciofeca. Fortunatamente non lo e’ stato, o meglio non del tutto!!!
La chitarra da spenta e’ molto risonante, il body ha una superficie maggiore rispetto a strato e tele, il fatto poi che sotto al battipenna ci sia una vera e propria piscina olimpionica la rende quasi una semiacustica. Il suono “acustico” ha una predominanza di frequenze medio basse, un po’ nasale ed e’ quello che ci ritrova anche nel suono amplificato. Il JB al ponte con la sua predominanza medio alta tende a compensare un po’ riequilibrando le frequenze medie, diciamo che suona leggermente piu’ bilanciato rispetto a quando viene montato su una strato. Al manico il P-Rail permette parecchia versatilita’ anche se la configurazione in parallelo non e’ che dica un gran che, alla fine i suoni usabili sono l’humbuker e il P-90ish. Le sellette in ottone forse hanno migliorato un po’ il sustain ma credo che sia piu’ che altro suggestione.
Dopo alcuni mesi posso dire che l’unico aspetto su cui sto riflettendo e’ proprio la scala corta, da un lato e’ sicuramente comoda per la mano sinistra, pero’ ha qualcosa che non mi convince nel timbro, probabilmente la prossima muta di corde che montero’ sara’ con scalatura maggiore, almeno 011.
Al di la delle modifiche la Jagmaster di serie e’ una buona chitarra economica, non raggiunge il livello qualitativo della sere Classic Vibe ma si distanzia anche dalla fascia supereconomica. Potrebbe essere un buono strumento per chi inizia a suonare, con la scala corta a facilitare le diteggiature, sicuramente e’ un ottimo strumento per chi cerca un suono diverso ed e’ attento al budget. Fino a qualche mese fa era l’unica alternativa economica di casa Fender alle off-set piu’ costose, ora e’ disponibile anche la Jaguar Black Top che si pone in una fascia di prezzo intermedia e potrebbe essere una buona soluzione per chi vuole il cognome del Grande Leo sulla paletta.
Al NAMM di Gennaio sono state lanciate con brand Squier la Jazzmaster e la Jaguar che pero’ si differenziano per parecchi particolari dalle omonime Fender, diciamo che pero’ se si cerca una off-set economica a scala corta la Jagmaster non e’ piu’ l’unica candidata.
Post Scrictum: dopo qualche mese le sellette in ottone da tele sono state risostituite con le originali.
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