Registrare la chitarra in casa senza microfonare l’amplificatore e ottenere un suono soddisfacente e’ la sfida di ogni chitarrista appassionato di home recording, ci sono una valanga di soluzioni tutte piu’ o meno soddisfacenti, dai simulatori software ai processori hardware, in grado di riprodurre diversi modelli di ampli con le loro casse e varie soluzioni di microfonazione virtuale. Il Palmer Pocket Amp si propone come soluzione hardware interamente analogica, una piccola scatoletta che puo’ diventare un tool semplice ed efficace per ottenere un buon risultato in questo ambito sia da accesa che da spenta, e forse e’ proprio questa una caratteristica peculiare che vale la pena di esplorare in questa recensione, insieme al suo funzionamento ortodosso.
Cominciamo col dire che esteriormente il Pocket Amp sembra ispirato al Tech21 Sans Amp, i controlli e i selettori sono gli stessi. Ho provato a cercare in rete informazioni per capire se si tratta solo di una cosa esterna o se di fatto si tratta al 100% di un clone ma non ho trovato nessun riferimento a riguardo e non avendo mai provato un SansAmp non ho un termine di paragone. Pur essendo in formato stomp box, la casa tedesca ha scelto un switch abbastanza peculiare, a dire il vero non si capisce proprio con quale criterio, del tutto inadatto ad essere operato con un piede!!! Strano visto che anche la produzione cinese piu’ a basso costo oramai usa switch standard robusti ed affidabili.
L’uso e’ molto intuitivo, ha un’uscita bilanciata DIXLR a bassa impedenza e un’uscita sbilanciata su Jack da 1/4″ TS, i controlli sono semplici, oltre a gain e livello si possono regolare gli alti e i bassi, quattro miniswitch permettono di selizionare il tipo di ampli (tweed, british, o american) il livello di guadagno (Clean, Crunch, Lead) la microfonazione (classic, off-axis, center) e il ground lift per eliminare rumori di massa.
Per l’uso Home Recording l’ideale e’ usare l’uscita bilanciata XLR ed entrare nella presa Mic XLR dell’interfaccia audio, in questo modo si ha un segnale migliore e gestibile con il preamp interno della scheda.
A questo punto di prospettano due usi interessanti: da acceso e da spento
Da acceso il pocket amp si comporta come un’amplificatore con simulazione di cassa completamente analogico, spazia da suoni puliti tipo Fender, a crunch e lead tipo Marshall e distorti spinti tipo Mesa Boogie. Non bisogna certo aspettarsi che suoni come questi ampli ma le sonorita’ sono piu’ che accettabili, di fatto un po’ compresso con livelli alti di gain ma una buona base di partenza per successive elaborazioni. Io lo uso in abbinamento al Pod Farm o altri plugin software, di fatto lo preferisco alle simulazioni di ampli e cassa software, il suono risultante e’ armonicamente piu’ ricco e appare piu’ realistico essendo piu’ sensibile al tocco e al volume della chitarra, via software si puo’ poi elaborare con compressore, equalizzatore e aggiungere effetti di modulazione e ambiente.
La cosa bella e’ che puo’ essere usato proficuamente anche da spento, o meglio in bypass. In questo caso permette di mandare alla scheda audio il segnale inalterato della chitarra ma bilanciato e a livello Mic e non entrando nella scheda audio nell’ingresso instrument ad alta impedenza. Perche’ tutto cio’? Oramai tutte le schede audio per home recording hanno un ingresso segnato come Hi-Z o instrument per l’uso con chitarre o bassi elettrici, funzionano abbastanza bene ma in realta’ pur essendo ad alta impedenza non sono quasi mai allo stesso livello degli ingressi ad alta impedenza degli amplificatori. Questo fa si che il segnale si deteriori in parte nella sua componente armonica, di solito poi le simulazioni software cercano di ricreare queste componenti enfatizzando certe frequenze ma quello che e’ perso e’ perso. Usare quindi il Pocket Amp in bypass equivale a tutti gli effetti ad usare una DI box attiva che porta l’impedenza e il livello del segnale a livelli compatibili con gli ingressi Mic, anche altri prodotti potrebbero fare la stessa cosa ma di fatto il Pocket Amp ha il vantaggio di fare questo in aggiunta alla sua funzione principale. Usandolo in questo modo e poi applicando simulazioni di ampli e cassa via software si ottengono risultati migliori con timbriche piu’ ricche e realistiche.
[…] ambito casalingo con una soluzione Software, Pod Farm 2.5, e un simulatore analogico Hardware, il Palmer Pocket Amp. Un’altro metodo e’ quello di usare una D.I. Box per prelevare il segnale di potenza […]
buongiorno Matteo e grazie per la recensione sul pocket amp.
Io sono molto tentato di acquistarlo,in quanto ho recentemente attrezzato un piccolo studio per homerec, e sarebbe ,credo, il tassello mancante. io preferisco registrare la chitarra, come se suonassi “live” quindi con equalizzazione ed effetti già a regime salvo poi correggere in sede di mixdown ove ce ne fosse bisogno.
il mio problema è quindi non la dinamica in se ,o la “pasta” del suono, ma il livello. uso solitamente un mixer per ragioni di comodità e di avere tutto sotto controllo diretto, poi entro in una scheda usb, la alesis I/O 2 express. il livello in ingresso sulla DAW non è molto alto e se esagero con il gain del canale o della scheda, alzo pure ovviamente anche il rumore, quindi sono costretto a mantenere un volume piuttosto basso. ho provato con una DI box senza simulazione di cassa, ma se le frequenze si sono “aggiustate” il livello no. quindi pensavo al pocket amp che mi pare una soluzione tutta in uno. che ne dici? grazie per ev risposta e buon tutto!
Ciao Murizio,
mi fa piacere che la recensione ti sia utile. credo che il pocket amp faccia al caso tuo perche’ di fatto preamplifica il suono e ti da un segnale con un buon livello e un buon rapporto segnale rumore. in bypass e’ di fatto una di box attiva e attivato aggiunge preamp e simulazione di cassa. Con il controllo level sul pocket amp ti aggiusti il livello a piacimento in modo da non doverlo alzare tutto sul mixer e come dici alzare anche il rumore. Come sempre bisogna pero’ stare attenti a non mandare in clipping il mixer o la scheda audio. Pero’ e’ facilissimo da usare e regolare. Fammi sapere se ti serve qualche altra informazione.
Ciao
Matteo
Ciao Matteo e buon anno sono utente già di laster guitar prima e di guitarnews adesso e leggo spesso i tuoi interventi, molto interessante questa macchinetta, non riesco a trovare il manuale in rete e mi chiedevo se questa funzioni anche come splitter in entrambe le modalità, a parte le utili funzioni questa gli regalerebbe una versalità non indifferente, potrei utilizzarla come DI e simulatore di ampli e cassa in congiunzione ai mei soliti pedalini in situazioni di fortuna, penso ad un po’ di intrattenimento collegato all’impiantino del locale di turno ma, e da qui nasce la mia domanda, potrei utilizzarla come splitter in modo da inviare il segnale sia alla daw per registrare una traccia eventualmente da reampare che all’ampli monitorandomi quindi col mio suono abituale che è quasi fondamentale, che mi dici in proposito? Sarebbe un coltellino svizzero 🙂
Ciao e grazie
Fabio
Ciao Fabio,
l’output normale e quello bilanciato funzionano sempre entrambi quindi puo’ funzionare come splitter, pero’ se attivi il pocket amp la simulazione di ampli e cassa e’ anche presente su tutti e due gli output. quindi puoi mandare il segnale dry alla daw e alla tua catena effetti e quindi all’ampli contemporaneamente, pero’ per esempio non puoi mandare il segnale con simulazione via XLR bilanciato al PA de locale e il segnale dry al tuo apli per monitorarti sul palco.
Lo ZOOM g3 che ho appena preso ha la funzione utile di mandare il segnale Dry via XLR bilanciata alla DAW e il segnale elaborato all’output normale.
Il pocket amp e lo zoom g3 possono avere utilizzi molto simili, a parte la differenza digitale analogica dei due dispositivi lo zoom offre molto di piu’.
Ciao e Buon Anno Nuovo!!!
Certo, l’uitilizzo come splitter mi interessa di più in fase di registrazione quindi a pocket amp disattivato, entrerei nella mia catena effetti, quindi nel pocket amp e da qui splitterei verso la DAW e l’ampli, per l’utilizzo live in localino potrebbe bastarmi solo l’utilizzo come DI e amp simulator e via dentro il mixer, l’ampli rimarrebbe a casa, grazie Matteo, davvero simpatica questa scatolina, mi servirebbe una cosa semplice come questa, per l’effettistica mi affiderei sempre ai miei pedaletti low cost, ho scritto degli Joyo di là in un blog, come amp modeling digitale ho già avuto il pod xt.
Ciao
Ciao Fabio,
per questo utilizzo il pocket amp e’ adatto. In particolare se si cerca un simulatore analogico. Se lo prendi fammi sapere come ti ci trovi.
Ciao
Matteo
Ciao, se mi posso permettere ,ti proporrei il mio “empiricissimo” modo di utilizzo.
in pratica io porto il suono wet della mia catena effetti a una DI BOX behringer la cui uscita bilanciata va in ingresso al pocket amp e da qui entra poi nel mixer. su quasi tutte le behringer è presente una uscita sbilanciata “link” che replica il segnale in ingresso, per inviare il suono all’amplificatore. in questo modo ho il monitor del mio timbro reale, mentre alla daw arriva il segnale del pocket amp.
volendo posso prelevare pure il suono del pre dell’amplificatore e spedirlo al mixer per il reamp dalla mandata / ritorno effetti dell’ampli stesso…
Ciao Maurizio,
ti rispondo solo ora perche’ ero in vacanza per il capodanno cinese, scusa il ritardo. Molto interessante questo modo di splittare il segnale, ottimo suggerimento!!
Grazie!!
Matteo
Grazie Matteo.
aggiungo al post precedente, un altro modo di utilizzo.
invece di far arrivare alla DI Box il segnale effettato, si può farlo arrivare totalmente dry, usare l’uscita link per entrare nella daw in una take separata e poi lavorare di vst ,amp modeling,effetti, ecc o anche ( io l’ho provato e devo dire che mi piace molto ) entrare nel mio amplificatore ,un crate celestion mosfet da 60W,usando però solo il pre portando alla daw il suono che esce dalla mandata effetti, così salto lo stadio finale e non ho bisogno di silenziare lo speaker con i dummy load.
ovviamente l’out bilanciato della DI entra nel pocket amp e di li il suono wet dei miei effetti analogici entra nel mixer e di li alla scheda audio.
Ciao Matteo, penso proprio di ordinarlo, e poi una volta provato a fondo ti darò qui le mie impressioni.
per quanto riguarda il clipping,non ci sono problemi perchè comunque almeno con la chitarra, fatico ad arrivare allo zero DB sul meter della daw, quello che penso io è che gli stadi di preamplificazione della mia configurazione siano al momento un po troppi. partiamo dall’equalizzatore, di fatto preamplifica anche lui, poi passo al resto della catena effetti e poi entro nella DI box ( una behringher ultra DI 100 ) e da li all’ingresso mic del mixer. l’uscita rec del mixer va in ingresso alla scheda alesis e di fatto c’è un altro stadio di preamplificazione, infine il segnale arriva alla Daw…
se non sto in campana con i vari gain, ottengo si un livello alto ma giustamente aumento il rumore. quindi abbasso drasticamente il master out del mixer mantenendo invece un gain alto nel canale mic.
abbasso fino a che il vu meter della daw non segna nessun segnale ( rumore di fatto ) in ingresso. logico dunque che il segnale sia non troppo alto, quantunque poi dinamico e molto corposo.
devo poi alzare i livelli in fase di mix e poi ripassare il tutto con un filtro campionato solo sul rumore, un po macchinoso ma per ora funziona. quindi rinnovo il mio grazie e ci sentiamo sicuramente quando avrò provato il prodotto “sul campo”
buona musica!
Ciao Matteo,
è da qualche giorno che sto provando il pocket amp e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. Ovviamente parlo di mie esigenze e delle mie preferenze a livello di suoni… nulla a che vedere con una recensione in senso stretto, piuttosto di impressioni da primo acchito.
Sulle prime non avevo colto che il pusante “drive” fosse lo switch tra il DI mode, e l’amp mode, pensavo inserisse la distorsione , quindi ovviamente gli altri controlli non funzionavano. Una volta capito questo ,ho potuto apprezzare le sonorità dell’apparecchio. Ho sperimentato suoni convincenti e con dinamica ampia e flessibile, molto bella poi la possibilità di cambiare posizione al microfono, con diversa resa per ciascuno scatto. E’ ovvio che non si possa pretendere la luna da un piccolo apparecchio come il pocket amp ,ma una ottima base di partenza per cominciare c’è e come. Io preferisco il suono tweed
( fender twin ) clean ma mi piacciono molto anche le altre posizioni
specie la UK ma con drive bassissimo per ovvi motivi.
non mi piacciono granchè le modalità crunch e lead specie se si esagera con l’enfatizzazione della distorsione. In genere le combinazioni migliori ( come quando suonavo “live” con il mio crate celestion ) le ottengo con il drive dell’ampli molto basso , e rinforzando se occorre con il drive a pedale. Non essendo un chitarrista da assoli, mi curo maggiormente la ritmica stoppata, che se non ha dinamica e “pacca” non rende per niente.
Con il pocket amp ce l’ho e questo da solo vale il prezzo del prodotto.
i lati negativi sono a mio avviso, l’involucro non a forma di pedale, e lo switch relativo, una differenza di volume importante tra il bypass amp\DI e una esagerata enfatizzazione della distorsione.
non mi sarebbe dispiaciuto un loop send return per gli effetti, che scavalcasse il pre, ma ripeto… sono considerazioni personali.
il mio giudizio è positivissimo un bel nove!
ciao e buona musica,
maurizio
Ciao Maurizio,
grazie per essere tornato a commentare dopo l’acquisto, queste informazioni saranno utili a chi altro arrivera’ su queste pagine cercando informazioni a riguardo del Palmer Pocket Amp.
Ciao
Matteo
Ciao Matteo, felice se le mie note saranno utili per i lettori.
Aggiungo una piccola domanda e una impressione a pelle.
La domanda : Se il P.A. è in funzione amp, la DIXLR è dunque disattivata , o al contrario è sempre attiva?
io ho fatto alcune prove, e il miglior risultato sonoro in relazione alla presenza di un po di rumore, l’ho ottenuto collegando comunque la mia DI box tra l’ingresso del mixer e il P.A.
il suono è a mio avviso molto più deciso e pulito.
Altra cosa a proposito della DI box.
la mia behringer una ultra DI 100, permette di pilotare potenze fino a 3000W direttamente senza ricorrere a dummy load, collegando l’uscita speaker all’input della DI,
http://www.behringer.com/EN/Products/DI100.aspx
anche la ultra G ha questa caratteristica
http://www.behringer.com/EN/Products/GI100.aspx
buona musica e buon tutto
PS.
Matteo, la foto di testa del blog ritrae una foresta di alberi, ripresa con pellicola infrarossa ? da vecchio appassionato di fotografia mi piacerebbe saperlo !
ciao ,
Maurizio
Ciao Maurizio,
Secondo me la simulazione di cassa sull’uscita XLR é attiva solo con il pocket amp attivato, quando é in bypass passa solo il segnale dry bilanciato. Alla fine credo che un modo migliore di un’altro per usare questi aggeggi non ci sia, meglio sperimentare come fai tu e trovare la soluzione piú congeniale. Occhio che ad un finale di potenza va SEMPRE collegato un carico. Sia la DI100 che la GI100 permettono di “farsi passare attraverso” potenze fino a 3000 watt (credo che questa specifica sia legata al fatto di sopportare correnti di elevato amperaggio) pero’ ti consiglio di usare un carico resistivo perche’ quello che soffre non e’ la DI box ma il finale dell’ampli. Se usi un preamplificatore non serve ma se usi un finale di potenza il rischio e’ alto (nel caso di un finale a valvole credo che il danno dovrebbe subentrare dopo pochi minuti)
Le immagini nella testata del blog sono immagini frattali che genero tramite un programma per mac che si chiama fractal architect. Sono sempre stato affascinato dalla geometria frattale e del fatto che tramite funzioni molto semplici reiterate si possano ottenere figure geometriche che si ritrovano in natura. Nell’immagine che cite appunto il frattale e’ simile ad una foresta di alberi e la palette cromatica usata puo’ sembrare l’effetto di una pellicola infrarossa, ma in realta’ tutto e’ generato dal calcolo matematico.
Ciao
Matteo
Ciao Matteo , grazie x la risposta sui frattali.
anche a me hanno sempre affascinato fin dagli albori della mia carriera di pc user.
vorrei dare a te e ai lettori conto di una lotta “rusticana” tra me e la mia configurazione nello studio.
come scritto sopra , avevo problemi di rumori di fondo in registrazione usando la chitarra senza ampli, solo con la DI box, a causa della necessità di alzare il gain di mixer e/o scheda usb.
il pocket amp aveva di molto migliorato la cosa, ma solo mentre suonavo ” al di fuori” dell’applicazione DAW. quando avviavo il programma il rumore continuava ad essere presente anche in forma maggiore.
dopo avere ricablato tutto, separato nuovamente le alimentazioni (per altro tutte o quasi a 9-12V continui ) senza ottenere risultati apprezzabili ho fatto alcune ricerche qua e la in rete, e ho cominciato a persuadermi che il problema fosse legato ai troppi stadi di preamplificazione presenti.
cominciamo dall’equalizzatore,dagli effetti, passiamo al mixer, la scheda usb… troppo, decisamente troppo. allora ho valutato la possibilità di bypassare per la sola chitarra, il mixer e registrare direttamente dalla scheda.
il problema , se possibile, peggiorava di molto. quindi ne ho concluso che fosse “colpa” dei pre della alesis davvero scarsini almeno per l’uso chitarristico. infatti con sorgenti tipo expander midi,cd audo/mp3 lettori vari il problema non si pone per niente.
allora sfoglio il poderoso ( UNA pagina ) manuale della alesis per capire come funzionino le prese di “insert” , ai miei tempi si chiamavano send e return, ma va bè… inserisco il jack mono di ritorno dall’uscita rec out del mixer e non si sente nulla.
stanco e depresso, scollego lentamente il jack dalla presa di insert e MAGICAMENTE sento il suono !!! non ci credo !!!
ormai MOLTO arrabbiato, mi scarico in manuale della alesis I/O 14 che per fortuna hanno un bel paragrafo con immagini sulle prese di insert, e scopro con terrore che le “moderne” prese insert hanno un jack stereo da un lato e dall’altro un jack mono per il send e uno per il return. cavolo… potevano scriverlo nel “manuale “.
comunque bypassando il pre della scheda, il rumore è sparito quasi del tutto ( rimane il classico noise normalissimo quando si usano effetti di modulazione, e pick – up monobobina ) ma con livello ottimale. scrivo sperando che queste note siano utili a chi desidera registrare minimizzando gli ev. problemi
[…] Secondo me il modo migliore per registrare il suono della chitarra elettrica e’ usare un processore effetti simulatore di ampli e cassa hardware “esterno”. Quasi tutti i multi effetti attuali hanno anche simulazioni e uscite di linea da cui prelevare un suono fatto e finito da mandare a sistemi di amplificazione lineare (cioe’ che non colorano il suono) tipo PA o ai sitemi di registrazione. L’antenato di tutti questi processori e’ il Pod della Line 6 che fu il primo a orientarsi specificamente per l’uso in registrazione, casalinga ma presto che anche adottato in studi professionali. Da qui anche tutti gli altri produttori hanno lanciato processori simulatori analoghi o hanno aggiunto la simulazione ai loro processori. I marchi maggiori sono Line6, Roland/Boss, Zoom, Vox e Digitech. Di solito questi apparecchi hanno uscite stereo e quindi possono essere collegati all’interfaccia audio in stereo se questa ha due ingressi di tipo Linea (come detto sopra). Esistono anche dei simulatori analogici che permettono di simulare il suono di un amplificatore e della sua cassa, il capostipite di questi e’ il Tech21 Sansamp da cui sono derivati tutti i discendenti prodotti da Tech21, o altri dispositivi analoghi come il Palmer Pocket Amp che ho recensito tempo fa […]
Salve Matteo, volevo porre una questione. Sto testando da poco l’oggetto e da una parte è sorprendente e al tempo stesso sorprendentemente comodo. Io lo uso come ultimo pezzo di una pedaliera con vari pedali per chitarra e tengo la simulazione su “tweed” e “clean” con una punta di gain…
L’unico neo è che provando il Pocket amp in saletta in diretta sul mixer si aggiungeva e si sentiva un ronzio dalle casse … il collegamento è stato il seguente:pedale overdrive–> delay—>pocket amp (Tweed-clean)–> mixer, l’ultimo collegamento fatto con un cavo per microfono con 2 spinotti XLR.
Volevo sapere se è normale un ronzio del genere e se in tal caso è imputabile in generale alle DI-box attive.
Grazie
P.S. il ronzio era presente anche disattivando la simulazione di ampli (anche se si attenuava) e anche mettendo il “ground lift” su lift
Ciao Danilo e ciao anche ovviamente a Matteo.
ci sono diverse scuole di pensiero a livello di catene effetti.
chi preferisce mettere overdrive o distorsore come ultimo anello,chi invece (come me) vuole far arrivare all’overdrive un segnale più pulito possibile.
credo che cone pe l’uovo o la gallina, la diatriba sarà senza soluzione.
veniamo al tuo problema.
non appena acquistato il pocket amp, anche io ho avuto problemi sia di ronzio,sia di rumore bianco quando registravo con la daw.
dopo diverse prove, ho reinserito la DI box behringher che avevo già, in uscita al power amp, prima dell’ingresso al mixer.
poi con tutti e due i ground lift ( power amp, e DIbox ) in fase il ronzio è praticamente azzerato.
leggo che nella catena effetti hai anche un delay. di solito i rumori vengono amplificati se il delay ( qualunque effetto di modulazione, flanger ,chorus,phaser ecc. ) vengono collegati in serie.
i ronzii cessano quasi del tutto mettendo in send\return gli effetti di modulazione. provare per credere sia con l’amplificatore da chitarra , sia con i mixer. questo perchè la mandata / ritorno bypassa di fatto il pre ( ogni componente della catena preamplifica un po ) aumentando il rumore. magari quest’ultima parte va un po fuori topic, ma per la mia esperienza personale ho trovato notevoli vantaggi una volta inseriti gli effetti di modulazione in loop. oltre al solito consiglio su alimentazioni separate , cavi schermati, prese di terra che funzionino a dovere, fino al vecchio trucco di girare la spina generale per invertire il flusso fase\neutro dell’alimentazione principale 🙂
buona giornata
Ciao,
a dire il vero un po’ di ronzio lo fa anche a me quando entro nella scheda audio, pero’ e’ accettabile. Ti consiglio di provare ad alimentarlo a pile, e non collegarlo alla stessa alimentazione dei pedali, prova a vedere se migliora e fammi sapere.
Ciao
Matteo
Salve a tutti. Sapete dirmi la resa di questo pocket amp in cuffia? Sfruttando delle AKG decenti… Inoltre l’aux in mantiene una buona qualità?
Ultima cosa: rapportandolo ad un semplice Pod Pocket di Line6 quale consigliereste?
Grazie a tutti coloro che interverranno.
Ciao,
La resa in cuffia non é male ma il problema é che avresti un suono dry senza effetti e nemmeno un po’ di reverbero. Secondo me per suonare in cuffia un simulatore e’ meglio.
Ciao volevo sapere se e’ possibile inserire nel palmer pocket Amp il send e return e se esiste uno schema elettrico in web del pedale luca
Buongiorno e complimenti per l’articolo.
io ho il pocket amp (ma anche una line6ux1 e un zoom g3x). Essendo alle prime armi ho due domande da farti:
1- quando colleghi il pocket amp alla lin6 usi anche gli effetti tipo preamp/compressore riverbero ecc ecc? o lasci il suono senza effetti della scehda e poi lavori con cubase? (stessa cosa se usi la zoom g3x)
2- per il pocket amp, se io lo collego ad un finale di potenza(tipo rocktron, peavey ecc ecc) lo potrei utilizzare come un ampli vero e proprio da collegare ad un cabinet giusto?
buona giornata