Ci sono chitarristi che si legano tutta la vita ad una sola chitarra a cui la loro immagine e’ associata indelebilmente, pensiamo a Brian May con la sua Red Special, o B.B King e la sua Lucille, Questi sono i Monogami ad oltranza. Altri chitarristi fanno una scelta concettuale, strato o les paul o telecater a cui rimangono fedeli pur cambiando spesso strumento, pensiamo a Eric Clapton, o Bruce Springsteen o Gary Moore, fedeli ma non troppo con soventi scappatelle anche con altri modelli. Poi ci sono i poligami, quelli che invece usano diversi modelli a seconda del suono che cercano e pur avendo una o piu’ favorite pescano nel loro harem sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Io non posso certo definirmi chitarrista, al piu’ chitarraio, ma nel mio piccolo mi sento di appartenere alla categoria dei poligami, anche se non posso certo permettermi un harem volevo presentarvi le mie tre concubine.
Invidio profondamente quelli che trovano il loro strumento, quelli che con una chitarra riescono a sentirsi soddisfatti e a cui basta solo quella. Io provo attrazione irrefrenabile per tutte le chitarre e probabilmente la voglia di averle tutte nasce dalla frustrazione di essere molto limitato nel suonarle.
Siccome tutte non si possono avere (almeno tutte subito!!) bisogna darsi delle priorita’ e focalizzare le proprie scelte. Cosi’ ho cercato di razionalizzare, per quanto possibile, la mia GAS e cercare di possedere almeno le chitarre che per me sono le icone associate alla musica che amo, Rock, Pop e Blues (se fossi stato un Jazzista probabilmente avrei fatto delle scelte diverse)
Strato, Tele e Les Paul coprono l’85% del mio mondo musicale e tra queste senz’altro la strato e’ associata ai miei grandi eroi, la Tele e’ la sorella maggiore della Strato e non puo’ mancare mentre la Les Paul e’ il suono di riferimento per l’hard rock e il blues piu’ pesante, i cui riferimenti per me sono Slash, Gary Moore e Joe Bonamassa.
Volendole tutte non ho potuto certo permettermi strumenti di pregio e di prezzo elevato, ho dovuto cercare quello che maggiormente si avvicinava alle caratteristiche che volevo in questi strumenti nella fascia medio bassa, cercando comunque di essere soddisfatto pur scendendo a qualche compromesso.
Cominciamo dall’ultima arrivata, la Les Paul Bonamassa Signature, di cui potete leggere la recensione completa qui a questo link.
E’ una Epiphone Made in China, quindi stiamo parlando di uno strumento economico ma che a differenza delle Standard presenta di serie delle caratteristiche che rendono superfluo un upgrade. Innanzitutto l’elettronica e’ di buon livello, due pickups Gibson Burstbucker 2 al manico e 3 al ponte, con wiring di qualita’, potenziometri e caps decenti, meccaniche Grover efficaci. Forse l’unica cosa migliorabile e’ il ponte e la barra attaccacorde. Dopo una lunga ricerca e valutazione e’ risultata essere la cosa piu’ simile ad una vera Les Paul nella fascia di prezzo economica. Indubbiamente un acquisto di cui sono soddisfatto e una chitarra che rimarra’ con me per lungo tempo a rappresentare la sua categoria.
In ambito telecaster sono stato molto indeciso e la scelta e’ stata controversa e problematica (fossero tutti questi i problemi!!!). La prima telecaster che presi fu una bellissima Squier Classic Vibe Custom, che mi colpi subito per il meraviglioso body sunburst con doppio binding. Era bellissima, fatta magistralmente e assolutamente in linea con l’hype che ha travolto internet alla sua uscita. Ma aveva un problema, il manico era molto sottile e pur non essendo un problema all’inizio dopo diversi mesi a suonarla quasi esclusivamente, ho sviluppato un forte dolore alle dita e alla mano sinistra, ci ho messo un po’ a capire che il problema era la Squier ma una volta identificata la causa ho dovuto a malincuore venderla.
Fortunatamente in concomitanza con la vendita ho trovato in uno dei rivenditori Fender di Shanghai la Telecaster FSR 2011 che ho recensito a questo link. E’ una Messicana ma con alcune caratteristiche che la differenziano dalle Standard e che la rendono unica e apprezzbile. Di fatto e’ chiamata anche la Mexican Vintage 52, per il colore Butterscotch blonde che in trasparenza fa vedere le belle venature del frassino e per il ponte a tre sellette che la pongono nell’ambito delle Telecaster vintage style.
Il manico ha una bella colorazione ambrata e la tastiera con raggio di curvatura di 9.5″ e tasti medium jumbo e’ comodissima. I pick ups sono forse l’unica cosa migliorabile, sono dei ceramici senza onta e senza gloria, che suonano molto bene in distorsione ma sono un po’ scarsi sui suoni puliti. Appena potro’ penso che faro’ mettere dei Texas Special e con questa modifica sara’ la mia telecaster definitiva, magari con un bel pickguard in bachelite nero.
E infine, ultima ma non ultima, visto che di fatto e’ la mia preferita, la mia Stratocaster. E’ una Classic ’60 Messicana, tra le 3 e’ la piu’ “costosa” e di fatto anche quella su cui ho speso piu’ soldi per le modifiche. Nella fascia economica di Fender la serie Classic e’ la piu’ vicina alle specifiche vintage, differenziate per decadi, la ’50 la ’60 e la ’70. Per me la STRATO e’ quella dei primi anni 60 (anche se non disprezzo le ’50, proprio non sopporto il palettone delle ’70)
Visto che di questa non ne ho ancora scritto sul mio blog mi dilunghero’ un po’ di piu’, anche se di informazioni su questo modello in rete se ne trovano a bizzeffe.
Il manico e’ un comodo profilo C non sottile e non troppo spesso, la tastiera ha un raggio di curvatura di 7,25″ e i tasti sono sottili come da tradizione. Dicono che sia una tastiera su cui sia difficile fare i bending ma e’ un problema che io non riscontro, forse perche’ i miei bending fanno pena su qualsiasi tastiera, boh!!
Il body, in alder 3 pezzi, e’ un bel Sunburnst a tre toni (che io preferisco al due toni anni ’50) che per me e’ IL COLORE della strato, un po’ come il butterscoth blond e’ IL COLORE della Tele.
Il ponte e’ il classico tremolo a 6 viti che inizialmente settai completamente appoggiato al body ma da tempo oramai e’ stato sospeso, anche se non uso spesso la leva il suono cambia sostanzialmente, forse si vanno aggiungere le risonanze del sistema ponte e molle che conferiscono al suono una specie di reverbero incorporato, magari sara’ suggestione psicoacustica ma a me con il ponte appoggiato al body sembrava suonare molto piu’ simile ad una telecaster, piu’ legonsa, mentre invece ora ha tutti gli armonici tipici della Strato
I pickups di serie erano veramente pessimi, gli stessi montati sulle Standard Messicane, sono stati subito cambiati con tre Seymour Duncan, SSL-2 al manico e al centro e SSL-3 al ponte. Gli SSL-2 hanno un output moderato (DC res 6.5 Kohm) e suonano abbastanza vintage mentre il SSL-3 ha un output elevato (DC res 16,4 Kohm) ed e’ piu’ potente e moderno. In questo modo attraverso le 5 posizioni del selettore si ottiene una varieta’ timbrica notevole e spesso per passare da un suono pulito ad un bell’overdrive e’ sufficiente passare dal manico al ponte con un tocco del selettore. Tra l’altro, anche se non esattamente, i valori dei pickups ricalcano il concetto di base dei pickups della Black strat di David Gilmour dove manico e centrale sono piu’ moderati rispetto al ponte.
Ma il wiring e’ dove ho introdotto piu’ personalizzazione. Innanzitutto recentemente ho fatto cambiare i Pots e i Caps con componenti di qualita’ ed e’ stato come togliere un velo che ofuscava il suono dello strumento, questa semplice ed economica modifica ha donato alla chitarra nuove armoniche e una brillantezza che prima mancava. Da tempo avevo installato uno switch per aggiungere il pickup al ponte alle altre posizioni in modo di avere Manico+Ponte e Manico+Centrale+Ponte. Avendo cambiato il pots ho fatto anche modificare i collegamenti del controlli di tono, ora il secondo controllo di tono e’ collegato al pickup al ponte mentre il centrale, che non e’ reverse-wound reverse-polarity, e’ senza controllo di Tono (una modifica di solito associata a Eric Johnson e Jimmy Vaughan) ma il bravo tecnico che ha fatto la modifica ha eseguito i collegamenti in modo che quando il pick up al ponte viene aggiunto con lo switch insieme agli altri pickups risulta bypassato il suo controllo di tono se no con lo switch inserito e il selettore in posizione Manico e Manico+Centrale ci sarebbero stati due controlli di tono attivi.
con quest’ultima modifica sono del tutto soddisfatto della chitarra, suona come per me dovrebbe suonare una Strato.
Le future chitarre che verranno?
beh, difficile dire se a queste tre concubine se ne aggiungeranno altre, certo e’ che qualche idea gia’ ce l’ho.
Per esempio una ES-335 completerebbe quell’ 85% di cui ho parlato all’inizio lasciando soltanto qualche punto percentuale scoperto, certo anche in questo caso non penso ad una 335 Gibson ma a qualcosa di analogo del catalogo Epiphone al quale da qualche mese si e’ aggiunta anche la versione economica della 339 che con la sua cassa di misure ridotte rispetto alla 335 mi ha sempre affascinato.
Magari invece di andare a pescare in altri modelli, la prossima chitarra potrebbe essere un’altra Strato, una ST-57 Fender Japan, di cui ne ho viste alcuni esemplari nel negozio ISHIBASHI di Shanghai, nere e fiesta red, con manico e tastiera in acero, molto belle!!
Ma questo sarebbe un rischio notevole perche’ poi una tira l’altra e sarebbe un disastro se poi alla seconda strato seguisse una seconda tele e una seconda Les Paul…
Per quanto riguarda la Acustiche invece ho scoperto per il momento di essere molto fedele, da qualche mese suono con soddisfazione una Yamaha Silent SLG110S di cui sono contentissimo, anche perche’ la posso suonare in cuffia la sera tardi quando la famiglia dorme senza disturbare nessuno, cosa che nessun’altra acustica mi aveva consentito di fare fin’ora, e che pero’ vi raccontero’ prossimamente.
[…] do quindi il benvenuto nel mio piccolo harem di chitarrine elettriche, con questa aggiunta completo un set di strumenti che copre veramente quasi tutto il mio mondo […]