Non ricordo esattamente quando lo scoprii, eravamo a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90, internet ancora non c’era e l’unica fonte di informazione era Guitar Club che leggevo avidamente ogni mese… forse fu in qualche articolo sulla rivista o in qualche pubblicita’, sta di fatto che per anni e’ stato un oggetto che ho desiderato ma che alla fine non ho mai preso.
Inventato da Richard Edlund e Wayne Kimbell nel 1969 viene presentato al NAMM del 1973, grazie ad una astuta operazione di Marketing divenne subito leggenda, 65 prototipi vennero donati dagli inventori ai piu’ grandi chitarristi dell’epoca e cosi il piccoletto e’ finito anche in alcune registrazioni storiche dell’epoca ed ha assunto a pieno titolo il titolo di leggendario. Nel 1985 Howard Chatt ha acquisito Pignose Industries e attualmente il piccolo 7-100 e’ ancora in produzione in Cina.
Lo cercai in una delle prime edizioni di Second Hand Guitar a Milano nei primi anni 90, poi fu archiviato nella mia wishlist ma di fatto quando ho visto un’intervista al grande Tolo Marton in cui armato solo di Stratocaster e Pignose snocciolava riff a profusione non ho piu’ avuto remore e mi sono messo alla ricerca del mio maialino.
Trovarne uno nei negozi cinesi e’ un’impresa impossibile, non e’ il tipico prodotto che va per la maggiore tra i chitarristi cinesi, alla fine sembrava che l’unico modo per averlo fosse acquistarlo dal sito pignose negli stati uniti, ma trasporto e tasse avrebbero reso la cosa fattibile? Contatto la Pignose e mi risponde direttamente Howard Chatt che molto gentilmente si offre di mandarmelo direttamente dalla lora fabbrica cinese facendomi risparmiare dazi e trasporto internazionale. Con 79,95 + 19,00 USD mi sono portato a casa il mio Pignose
Il 7-100 e’ il primo amplificatore portatile a batterie, il nonno del Roland Microcube e dei Yamaha THR, e nonostante ora sia di produzione Cinese rimane del tutto fedele al progetto e al design originale. Certo i suoi nipoti ci hanno abituato ad avere miriadi di effetti e simulazioni e una qualita’ del suono molto elevata, ma il Pignose rimanendo appunto fedele al progetto originario rimane di fatto spartano ed essenziale, nessun effetto, nemmeno l’ombra del digitale, tutto analagico ed un unico ed essenziale suono: TOTALMENTE IGNORANTE
Sinceramente non saprei nemmeno come descriverlo in altro modo. Quando l’ho acceso per la prima volta nei primi minuti ho pensato addirittura che fosse rotto, e non l’ho pensato solo io ma anche altri acquirenti che rimasti perplessi hanno scritto su qualche forum online “ma e’ cosi’ che suona? e’ normale o e’ rotto?”
Si accende girando il musetto (pignose) che e’ la manopola del volume, la si porta al massimo e poi si regola tutto con il volume della chitarra.
In questo suono grezzo, ignorante e sguaiato e’ racchiuso un fascino indescrivibile che dopo i primi minuti di sbigottimento ammalia e coinvolge.
E’ come se il suono fosse il risultato di due suoni distinti e sovrapposti, un suono pulito che sta sotto, e un fuzz che sovrasta e avvolge il pulito che rimane alle fondamenta. Come detto il volume, unico controllo, del pignose va tenuto al massimo e si va a regolare il gain con il volume della chitarra e proprio variando il gain il rapporto tra questi due suoni, pulito e fuzz, va a modificarsi in una miriade di sfumature.
Pur avendo un solo controllo di volume, il tono si regola in modo molto originale, aprendo il case, qualcuno riesce anche ad ottenere una sorta di Wha-Wha aprendo e chiudendolo ripetutamente, ma di fatto la costruzione a cofanetto puo’ tornare utile per trasportare piccoli oggetti, plettri, accordatore e capotasto mobile.
Come detto all’inizio gli inventori del pignose crearono il mito regalando 65 prototipi ai piu’ grandi chitarristi dell’epoca che se lo portarono nei backstage, in viaggio e anche in studio di registrazione facendo finire il piccoletto anche su dischi che hanno venduto milioni copie.
Microfonandolo si possono ottenere interessanti risultati, io personalmente ho trovato un ottimo setup prelevando il segnale dall’utilissima presa di Preamp-Out e mandandolo all’input del Yamaha THR10, in modalita’ FLAT, aggiungendo Reverbero e Delay a piacere, in una sorta di TRI AMP lillipuziano, in cui il suono dry del Pignose, viene avvolto da quello effettato in stereo del THR10.
Anche spento il Pignose e’ un bell’oggetto che fa comunque la sua bella figura su una mensola o nell’angolo Musica, il prezzo e’ estremamente conveniente e pur non offrendo tutto quello di cui i nipoti digitali ci hanno abituato ha tutto quello che serve per garantire ore e ore di divertimento.
In Italia il Pignose e’ importato e distribuito da:
Wilder Di Willie Davoli E.C. srl
http://wilderdavoli.it/app/prodotto.jsp?IdC=55&IdC1=168&id_prodotto=3432&prod=p
Phone: 39-0521-272-743
http://www.youtube.com/watch?v=FLIs4SZWZgI
Ciao! Io ho un originale pignose 7-100, vecchia produzione. Il mio cruccio son sempre state le batterie: troppe e dalla durata limitata. Mi è venuta l’idea di creare un collegamento con una batteria esterna ricaricabile, una power bank diciamo così, che abbia più potenza e più durata. La ricarichi a casa attaccata alla corrente, poi per strada la attacchi al piggy e suoni per più tempo, senza problemi. Solo che… non saprei bene come fare… Tu ci avevi mai pensato?
Ciao! io ho usato per un bel po le Eneloop ricaricabili, durano un sacco e sono piu’ comode che una soluzione esterna. Certo che la soluzione con un powerbank sarebbe veramente comoda. Se trovi il modo scrivimelo che possiamo aggiungere un minitutorial su come farlo nella recensione!!
Matteo