Da anni sono alla ricerca del sacro graal, l’ampless rig migliore, il piu’ leggero, il piu’ piccolo, il piu’ versatile, cerco la miglior soluzione portatile che mi permetta di avere sempre il suono che voglio sia che stia suonando in cuffia che su un palco. Le soluzioni digitali stanno facendo passi da gigante, lo Zoom G3 e’ un vero e proprio best sellers riconosciuto da tutti come il prodotto dal miglior rapporto Qualita’/Prezzo, per me il Boss Me-80 rimane la soluzione piu’ pratica e facile da usare, i pedali Tech 21 della serie Characters qualcosa di imbattibile per feeling e risposta al tocco per poi arrivare fino al Kemper che e’ di fatto una rivoluzione copernicana per tutto il settore, sembra proprio che oramai il vecchio amplificatore sia del tutto sorpassato. Simulatori ed Emulatori analogici e digitali danno gran risultati in cuffia e registrando, fantastici dentro un PA per il pubblico che ascolta… ma per il chitarrista che vuole farsi vibrare un po’ d’aria addosso??
Nei forum online dove si discute di simulazione e modelli meta’ dei post riguarda il sistema migliore per amplificarli, da una parte si cerca di abbandonare gli amplificatori ma dall’altra si cerca il modo migliore per ascoltare i suoni che producono.
In cuffia, in registrazione, dentro un PA, funzionano alla grande, sono nati per essere usati proprio in questi contesti, e’ la loro morte!! Ci sono pero’ due situazioni dove l’ampless Rig si rivela problematico. In ambito domestico/privato quando non si vuole usare le cuffie e in locali e palchi di dimensioni medio piccole, in questi due ambiti la mancanza di un amplificatore si fa sentire.
FRFR e’ la parola d’ordine, Full Range Flat Response, cioe’ per dirla in modo semplice una sistema di amplificazione che non colori il suono e che lo riproduca in tutte le sue frequenze. I sistemi di amplificazione per chitarra sono completamente il contrario, non sono ne Full Range ne Flat Response anzi e’ proprio perche’ colorano in modo marcato il suono quello che rende un Fender qualcosa di diverso da un Marshall. In simulatore riproduce proprio questa non linearita’ dell’amplificatore per chitarra che va a simulare e quindi il suono e il timbro sono riprodotti dalla simulazione, quello che deve fare quindi il sistema di amplificazione e’ diffonderne il suono ad alto volume senza aggiungere ulteriore colorazione.
In ambito domestico/privato come sistema FRFR anche un paio di casse amplificate Near Field del tipo usato in studio per il monitoraggio e per il mixing vanno piu’ che bene, anche se le dimensioni ridotte dei woofer di solito non hanno una riproduzione dei bassi particolarmente esaltante. Piu’ che la sensazione di suonare un amplificatore reale e’ come suonare un amplificatore in studio di registrazione microfonato in sala di ripresa suonando in sala di regia ascoltando dai monitor, non un gran che di esaltante ma di fatto gran parte dei dischi che ascoltiamo vengono registrati suonando la chitarra in questo modo. Se non si vuole badare troppo alla qualita’ anche un sistema 2+1 per computer potrebbe andare bene e se si usa un simulatore software spesso le casse del computer sono quelle usate di solito per l’ascolto.
In un locale di piccole medie dimensioni e su un palco dove il monitoraggio tramite spie non e’ ottimale/possibile il fatto di non avere il proprio ampli dietro alle spalle puo’ creare qualche problema, non sentirsi bene o sentire il proprio suono distante e ovattato non permette di suonare al meglio, spesso in piccoli locali e su palchi piccoli i monitor oltre ad essere insufficienti spesso sono di pessima qualita’ e il suono risultante e’ spesso acido, fastidioso e per assurdo se in questo caso ci si sente bene e si sente questo suono pessimo si finisce per suonare anche peggio che non sentendosi del tutto.
Insomma secondo me questo e’ il contesto dove chi ha scelto un ampless rig, pur essendo soddisfatto di questa scelta in molti altri ambiti, potrebbe scontrarsi contro un possibile limite.
Una delle soluzioni piu’ diffuse per amplificare il proprio simulatore/emulatore e’ quello di usare come sistema FRFR una cassa spia attiva. in genere quelle con woofer da 12” e tweeter permettono di ottenere buoni risultati con bassi ben rappresentati e comunque spettro di frequenze estese anche verso l’alto. Un paio di casse permette di avere Rig stereo, spesso gli amplificatori integrati sono in classe D e quindi sprigionano notevoli potenze in pesi contenuti.
Pero’ vogliamo discutere di quanto sia poco “cool” una cassa monitor attiva?!?!?! e’ proprio un’oggetto che si usa per la sua funzione ma a cui e’ difficile immaginare ogni possibile attaccamento emotivo… ben lontano da quello che il chitarrista puo’ provare per il proprio amplificatore.
Ci sono anche altre soluzioni FRFR, gli ampli per tastiere, gli amplificatori per chitarre acustiche, e tutta una serie di prodotti che integrano casse a 2-3 vie (full range) con amplificatori lineari e piccoli mixer.
A questo punto vorrei pero’ fare una riflessione che e’ la parte piu’ importante di questo post. Ma siamo proprio sicuri che una soluzione Full Range Flat Response sia proprio quella ottimale??
Io personalmente dopo aver fatto parecchie prove non ne sono del tutto convinto.
Innanzitutto Flat Response e’ un’utopia, qualsiasi sistema di amplificazione e riproduzione del suono da una sua colorazione, e questo lo sanno bene gli audiofili che riescono sentire come casse e cuffie di altissima qualita’ caratterizzino in modo marcato il suono. Chi ha accumulato un po’ di esperienza sul palco sa benissimo che alcune spie suonano piu’ “calde” di altre, alcune sono talmente “fredde e taglienti” che non si possono ascoltare, altre sono troppo mediose, etc.
E poi siamo sicuri che se il sistema di amplificazione fosse veramente FLat Response ci piacerebbe veramente? molto probabilmente sarebbe necessario avere un equalizzatore per apportare qualche correzione anche perche’ poi comunque ogni ambiente dove si andrebbe a suonare avrebbe la sua influenza sul suono finale.
Full Range?!?!? io personalmente tutte le volte che mi sono trovato di fronte ad una cassa 2-3 vie, in particolare alla presenza di un Tweeter, ho sempre riscontrato una presenza eccessiva di alte frequenze e’ ho dovuto comunque tramite un’equalizzatore tagliare o enfatizzare alcune frequenze.
Quindi di fronte al problema di trovare un modo di amplificare i miei Simulatori/Emulatori io ho scelto una soluzione NON DEL TUTTO FRFR, ovvero il Tech 21 Power Engine.
Cominciamo dal lato meno importante, quello estetico, il Power Engine esteriormente si presenta come un classico Combo 1×12 per Chitarra. L’occhio quindi lo presenta al cervello come un tipico oggetto di feticismo chitarristico e non quindi come uno sterile componente di un’impianto audio. Questo aspetto marginale e’ comunque importante per creare un “legame” con la propria attrezzatura.
Il cono e’ un Celestion Seventy80 che e’ abbastanza Flat, pero’ non e’ dotato di Tweeter e quindi non e’ Full Range. Manca una sezione Pre ed e’ presente solo un finale a transistor anche questo abbastanza Flat Response, ma e’ presente anche un equalizzatore su Bassi, Medi e Acuti +- 12db che permette di colorare anche parecchio il suono per potersi adattare alla risposta della sala o altri fattori. Gli inputs presenti sono sia 1/4 di pollice a Jack che XLR bilanciato, ed e’ presente anche un’uscita D.I. XLR bilanciata.
Alcune prove che ho fatto mettendo a stretto confronto il Power Engine con un amplificatore FRFR mi hanno convinto che le mie orecchie preferiscono la soluzione non del tutto FRFR, il suono meno Hi-Fi risulta piu’ caldo e le frequenze troppo alte riprodotte dai tweeter in particolare sui suoni distorti sono veramente fastidiose.
Pur essendo il Power Engine abbastanza leggero ho deciso di affiancarlo anche ad un piu’ trasportabile Trademark 30. Di fatto Bypassando il pre ed entrando nel Return il Trademark 30 diventa a tutti gli effetti come un Power Engine da 30 watt, la cosa che mi ha particolarmente colpito e’ che nonostante il cono da 10” e le dimensioni contenute il suono non e’ per nulla inscatolato, paragonato al Power Engine 60 risulta solo meno ricco di bassi, ma comunque bilanciato e con un volume utilizzabilissimo anche in un contesto di Band con un batterista pesante. Il trademark 30 e’ un ampli che unisce un Sansamp tradizionale ad un amplificato non del tutto FRFR, onestamente devo dire che il Sans amp integrato mi ha lasciato molto perplesso e non mi e’ piaciuto affatto, invece mettendo nel return un Character il risultato e’ incredibile.
Per concludere, le soluzioni FRFR a me risultano troppo Hi-Fi e con i suoni overdrive e distorti c’e’ il rischio di sfociare in territori zanzarosi con alti troppo enfatizzati dai Tweeter, invece con il Power Engine 60 ho trovato una soluzione che pur rimanendo fedele al suono che poi va in diretta nel PA mantiene anche il calore e il feeling di un ampli per Chitarra. Piu’ che una recensione dettagliata questo articolo vuole introdurre l’argomento “amplificare i simulatori” in modo piu’ generale, ed eventualmente essere uno spunto discussione, fatemi sapere cosa ne pensate usando i commenti qui sotto!!!
Ciao Matteo,
da tempo sto riflettendo sulla stessa cosa ed e’ imbarazzante come questo articolo, che scopro solo adesso, sia cosi’ in sintonia con le mie necessita’.
Sono d’accordo su tutto quello che dici (a parte la scelta del tech21 che non posso condividere dal momento che non lo conosco).
Riassumo la mia posizione (da privilegiato):
– nei grandi palchi c’e’ sempre un buon PA cui attaccarmi con soddisfazione (ma ci potrebbe essere il problema della spia).
– nei piccoli contesti ho un SR JAM 150 che con il suo mixer mi permette di aggiungere anche microfoni ed altri strumenti (e funge anche da spia, se lo tengo dietro, altrimenti anche qui ho il problema della spia).
– a casa ho la cuffia ed il jam 150 (a basso volume, che prediligo da sempre rispetto ai volumi alti)
Rimangono scoperte, oltre al suono in spia, le serate da amici e le “trasferte” dalla suocera.
Il Jam 150 non e’ amabilmente trasportabile, nel senso che pesa circa 15 kg e non ha maniglie, ma solo due buchi laterali (curvi e lisci) in cui inserire le mani per tenere (a pressione) l’oggetto. Ci vogliono due mani, altrimenti il gioco del tenere in pressione non funziona.
Cercando quindi alternative mi sono fatto una minima cultura:
– i monitor da studio non sono assolutamente adatti. Sono fatti per stare fermi in studio o in casa, non hanno protezioni esterne per i coni e non sono protetti da picchi improvvisi che in una situazione reale potrebbero comunque succedere. Hanno anche un basso wattaggio, non idoneo per moltissime situazioni.
– diffusori attivi. Sono generalmente biamplificati (classe D) per permettere l’utilizzo contemporaneo di uno strumento ed un microfono. Esistono per tutte le tasche e in quasi tutte le dimensioni, ma vanno scartati quelli con woofer al di sotto degli 8″. Dagli 8″ in su si trova di tutto. Dai 6 Kg in su. Potenza minima 100+100 W. Escursione da 40-70 Hz a 20Mhz. Il prezzo da 120 euro in su. Ne ho provato qualcuno di queli da 8″ (dimensioni e prezzo contenuti) e sono rimasto impressionato sia per qualita’ che per botta sonora. Ho il mio elenco dei prescelti ed anche la mia marca preferita, ma per ora taccio in attesa di altre dritte da parte vostra.
Ciao
Fulvio
Fulvio, spetto che tu faccia qualche nome per i diffusori attivi di cui parli!!!
tolto il power engine e il trademark tech21 di cui parlo qui, il DV mark Little Jazz e’ un ampli dritto e pulito che colora pochissimo, quasi un monitor, pero’ senza tweeter, e oramai mi sono convinto che con i tweeter in caso di full range vero e proprio i suoni puliti vanno alla grande ma i suoni overdrive e distorti diventano troppo “vetrosi”. Senza tweeter si hanno puliti che forse perdono di frequenze alte ma overdrives più morbidi.
purtroppo penso che la vetrosità che lamenti dipenda più che altro dalla “scarsa qualità” dell’emulatore. Mettiamola così: una chitarra che esce da uno di quegli oggetti è paragonabile ad una tastiera con i propri suoni o, meglio ancora, alla musica che esce da un cd. Un cd amplificato con un ampli per chitarra produce una schifezza di suono, viceversa amplificare CON COLORE questi emulatori produce un suono che, pur modificato, può anche piacere, perchè no.
Un ampli “neutro” amplifica semplicemente il suono originale. Se questo suono ha dei buchi, vengono amplificati pure quelli.
Secondo me tutto funziona (nel senso che diventa poi facilmente esportabile in qualunque contesto) quando si ottiene un buon allineamento tra il suono prodotto in cuffia ed il suono amplificato. Per lo meno questo è il risultato che ottengo utilizzando il jam 150, devo solamente ritoccare i bassi sul jam a seconda dell’ambiente e della posizione (per terra o sull’asse).
Ho uno zoom G2 che in cuffia è niente male, ma collegato al jam fa cagare.
Stasera l’elenco dei diffusori.
Fulvio
La mia ricerca sui diffusori e’ finalizzata a qualcosa di super-trasportabile (no ingombro, no peso) ma in grado di amplificare accettabilmente il mio kemper. Meglio se dotato di una discreta potenza. Limite su tutto il prezzo. Ho il Jam 150 e quindi devo spendere poco (sotto i 200 euro), altrimenti ciccia.
Quindi mi sono fermato a diffusori con woofer da 8″ (e gia’ qui si arriva a pesi di una certa entita’). Salire ai 10″, 12″ o ancora oltre e’ fuori budget per: dimensioni, peso, costo.
In ordine di prezzo:
– the box RA8 (120 euro)
– BEHRINGER B208D (150 euro)
– PROEL V8A (170)
– Samson Auro D208 (170)
– SOUNDSATION VORTECH S208D (180)
– Proel LT8A (200)
– DB TECHNOLOGIES Cromo 8 Plus (230)
– FBT J8A (350)
– JBL Eon 510 (350)
– Yamaha DXR8 (350)
Il mio preferito attuale e’ il Proel V8A. E’ incredibile la potenza (con qualita’) che esce da quella scatolina.
Per concludere: Ho scartato ampli normali per chitarra, ampli per tastiere (i suddetti diffusori li fregano di brutto), ampli per acustica (attufano il suono), studio monitor (non sono nati per essere portati a giro).
Infine, non c’entra nulla, ma Yamaha produce eccellenti impianti audio.
Salutoni.
Fulvio
Ciao Fulvio, mi piacerebbe provare qualcuno dei prodotti che citi, qui è un po’ difficile trovarli. Hai visto il nuovo prodotto Laney? IRT-X? Forse il cono e’ un 12″ e quindi perde un po’ in trasportabilità.
Ciao Matteo e Fulvio. Ho letto con molto interesse le vostre idee. Complimenti!!!
Sono un fortunato possessore di una boss me 80 ed ho deciso di utilizzare i simulatori di amplificatore del multieffetto. La mia domanda è la seguente: posso attaccare la boss me 80, sfruttando il simulatore di amplificatore, direttamente ad una cassa attiva senza passare attraverso il mixer??
Premetto che in caso di risposta affermativa opterei per la cassa attiva Proel v12a. La scelta è motivata dal fatto che cerco di replicare dal vivo i suoni divini che mi escono dalle cuffie della boss me 80.
Confido in una risposta
Saluti
Marco
Ciao Matteo,
no, non conosco il Laney, ma, come avevo preannunciato, la mia ricerca finisce a 8″.
Non L’ho detto finora: il JAM 150 è un 8″ pollici ed è considerato, in campo chitarra acustica, uno dei migliori amplificatori.
Nel mio immaginario, in questo tipo di ampli, 8″ corrispondono ad un combo, mentre dai 10″ in su si parla più propriamente di impianti voce.
Tutto questo per dire che su questo tipo di ampli 8″ sono anche sinonimo di qualità. Nulla a che vedere con gli 8″ dei coni per chitarra il cui suono non può essere definito propriamente accettabile in qualunque contesto.
Ciao
Fulvio
Visto che devo aspettare mia figlia, ne approfitto per scrivere altre due righe.
Ho provato il Proel V8A all’Emporio senese, stanzone grande con rumori ecc. ecc. Non con il kemper ma con uno dei tanti oggetti analoghi: esteticamente era una stecca di metallo piena di bottoni e led lunga 30-40 cm e larga 10-15 cm.
Ebbene un suono della madonna, una botta incredibile (non capisco cosa intendono quando dicono che questi oggetti non hanno la botta dei valvolari), una discreta qualità sonora. Ovviamente il tutto risultava silenzioso, non ingombrante, leggero e pure economico. Diciamo che, per la mia esperienza, bisogna salire su di prezzo con i valvolari per ottenere una qualità analoga, ma a discapito di tutto il resto.
Arrivata la figlia, ciao …
Fulvio
Ciao Fulvio,
Grazie per le aggiunte e le informazioni che spero possano tornare utili ai lettori.
ciao e grazie per questo ottimo blog e per questo articolo in particolare.
Ho una zoom g3 che suono a casa attraverso due piccoli monitor EMPIRE. in realtà funziona molto bene con suoni molto convincenti, in particolare Vox e Matchless con un leggero crunch.
da un pezzo pero penso alla soluzione casse full range per avere un suono più aperto, più presente ecco, e su youtube avevo trovato dei video dei diffusori KUSTOM ksc 12mp (12″) con un AXE FX:
*https://www.youtube.com/watch?v=0GvlgT3myiI
Inoltre questo video di un ragazzo italiano dove prova lo stesso diffusore con un pod hd550 (il video dura 45 min ma la prova inizia solo al minuto 30)
*https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=gSD-gJyfEn0#t=1996
questi monitor hanno un ottimo prezzo (119€) e c’è anche la versione con i coni da 10″ ma di soli 50watt. io sto pensando a prendere un paio di 50 watt per collegare la zoom in stereo, credo dovrebbe fare al mio gioco.
che ne pensate?
grazie
Gabriel
Ciao Gabriel, sembra una soluzione interessante, anche a buon prezzo.
Salve Matteo,
io ho lo stesso problema con la Boss GT-100. Poichè voglio usare le emulazioni e uso anche Guitar Rig, ho letto con interesse il tuo articolo. Quindi secondo te il Tech 21 PE lavora bene anche con la Boss GT-100?
Riguardo al Laney IRT-X ho capito che è solo una expansion: ma può lavorare anche da solo? Ti dico questo perchè ho un piccolo Laney LC15 potrei avere qualche vantaggio ad usare il Laney IRT-X?
Grazie in anticipo.
Alex
Ciao! Il power engine e la boss gt100 sono un’accoppiata micidiale
Laney irt-x dovrebbe “espandere” il suono di qualsiasi amplificatore tradizionale. Però mi riservo prima di provarlo prima di consigliarlo!!!
Tech 21 PE ordinato, in attesa di riceverlo….. 🙂
Ti chiederò qualche consiglio su come impostare la pedaliera Boss GT 100 e Tech 21 PE.
Nel frattempo ti ringrazio in anticipo.
A presto.
Alex
Ciao Matteo,
Tech 21 preso. Sto cercando di trovare il giusto settaggio con la pedaliera BOSS GT-100.
Una solo domanda: come ti regoli con i livelli Low-Mid-High del Power Engine? Li setti a monte definendo un suono clean prima di lavorare con la pedaliera? Oppure fai in un altro modo?
Grazie e a presto.
Alex.
Ciao Alessandro,
I controlli sul power engine fin’ora li ho sempre lasciati flat.
Ciao Matteo,
nelle mie prime prove il Tech 21 Power Engine risponde bene con la mia BOSS GT 100. Sto esaminando le varie simulazioni dei principali amplificatori. Ho notato che per dare specifiche sfumature viene fatto largo uso dell’effetto EQ (equalizzatore).
A riguardo cosa ne pensi? E’ meglio non farne un grosso uso?
Grazie e a presto.
Ciao, per darti un’idea io non lo uso mai….. E quando ho provato ad usarlo ho sempre trovato il suono che avevo in testa spegnendolo 😉
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Ciao Matteo, ogni tanto capito su guitarblog e leggo le tue recensioni.. utili e ben fatte. Vorrei un consiglio su monitor o casse da usare con Amplitube, quanto dovrei spendere? e qual’è la soluzione migliore per sfruttare al meglio il suono simulato? quindi che non colorano molto il suono.
Ciao Giuseppe,
Come monitor da scrivania ho sentito parlare molto bene delle m-audio nei vari modelli. Però non ho esperienza diretta.
Ho invece comprato da qualche settimana un laney irt-X che è una vera e propria spia da palco che però è leggera e compatta. Anche questa potrebbe essere una buona soluzione per amplificare un simulatore software
Ciao Matteo, scusa il ritardo ma ho letto solo ora la risposta.. riguardo alle m-audio ho letto solo commenti positive e i prezzi non sono esagerati, devo capire quale modello prendere ma soprattutto capire che grandezza di coni servono per studiare in camera, se riesco a trovarli in qualche negozio cercherò di provarli con qualche pedaliera per vedere come si comportano. Grazie per la risposta!
ps: interessanti anche le laney irt-X!!! 😀
Ciao Matteo, scopro solo ora questo post ma anche perché fino ad ora non mi ero mai posto il problema, che invece vedo affronti in maniera molto diretta.
Ho trovato molto interessante quanto da te scritto e lo scambio con Fulvio.
Io ormai suono da un po’ usando le simulazioni da iPad, prima su tutti Jamup Pro, ma ho anche Amplitube ed avendo l’interfaccia chitarra Sonic Port della Line6 ho anche la loro app.
Sono tutti molto interessanti ma risentono del problema da te segnalato, tanto che io, che cmq faccio solo semplici parti ritmiche, di solito passo da mixer.
Mi chiedevo, per essere utilizzato anche in contesto live, se il Trademark 30 fosse sufficiente, considerando che in ogni caso vengono sempre microfonati gli ampli.
Mi ha incuriosito molto Fulvio con il Proel V8A, ma per questo volevo capire se si può entrare direttamente con l’uscita dell’effetto/iPad, e poi sempre l’aspetto live.
Il peso ho visto che in entrambi i casi siamo sui 7 kg circa, e mi sembra un ottimo compromesso in effetti.
Grazie.