Fly Rig, ovvero l’indispensabile da mettere nella custodia della Chitarra per andare a suonare quando si deve viaggiare leggeri, un rig da viaggio in aereo dove non solo lo spazio é limitato ma anche il peso deve essere contenuto. Questo il concetto dietro la progettazione del Fly Rig di Tech 21 e da cui deriva il nome stesso. Ma non solo andare a suonare viaggiando in aereo é l’unica ragione per adottare il Fly Rig, portarsi dietro solo la chitarra con tutto il necessario nella custodia o al massimo in uno zainetto é il sogno di ogni chitarrista elettrico in molte situazioni. Per anni l’industria ha cercato di fornire soluzioni più o meno di successo, il concetto in se non é nuovo e nemmeno la necessità che vuole soddisfare, cerchiamo di capire quindi perché il Fly Rig si stia conquistando il primato di migliore “innovazione” chitarristica del 2014 e un successo commerciale che per il momento altri prodotti Tech 21 non hanno ancora goduto nonostante caratteristiche non meno innovative.
Andrew Barta é stato tra i primi pionieri ad esplorare il territorio impervio dell’emulazione degli amplificatori valvolari mediante circuiti analogici allo stato solido, nel 1989 il suo SansAmp fu una grande innovazione e ci vollero quasi 10 anni per far si che la tecnologia digitale permettesse di ottenere risultati analoghi. Mentre in ambito digitale l’esponenziale aumento della capacità di calcolo dei processori rendeva anno dopo anno varie generazioni di simulatori obsoleti, la tecnologia analogica di Barta non subiva obsolescenza e i SansAmp rimanevano la scelta preferita di molti professionisti.
Pur essendo prodotti innovativi e di estrema qualità i SansAmp e derivati sono pero’ sempre rimasti prodotti di nicchia, i simulatori digitali hanno riscontrato molto più successo anche e sopratutto tra i chitarristi dilettanti, allettati dall’avere di solito in un’unico apparecchio miriadi di amplificatori simulati insieme a zilioni di effetti, sicuramente Pod e simili sono stati un prodotto più di successo dal punto di vista commerciale.
Qualche anno fa Tech21 ha rinnovato la propria tecnologia SansAmp lanciando una linea di pedali denominata “Character Series”; diversi modelli ognuno dedicato ad emulare un amplificatore o una serie di amplificatori specifici, qui potete leggere la mia recensione dei miei preferiti. Tra questi, il Blonde, che emula le sonorità di tipo fender, éspesso utilizzato con settaggi clean come base per andare in diretta nel PA o in sistemi di registrazione diventando una sorta di monocanale mangiapedali in rig ampless.
L’idea di Tech21 é stata prendere un SansAmp derivato dal Blonde, dotarlo di riverbero, aggiungere un overdrive con Boost di ispirazione marshall, e completare il tutto con un Delay con modulazione, il tutto in un package compattissimo, leggero, robusto.
Il cuore del Fly Rig é appunto la sezione SansAmp, che si occupa di generare il suono base, fenderoso, che va dal clean al leggero crunch. Immaginate il suono di un ampli microfonato con i controlli di tono pre-settati che entra nel channel strip di un mixer da cui poter poi intervenire sull’equalizzazione, il SansAmp del Fly Rig funziona così e di fatto i controlli di tono attivi tagliano o enfatizzano proprio come un equalizzatore di un banco mixer, non funzionano quindi come i controlli di tono di un ampli tradizionale. Questo permette un’estrema flessibilità tonale, permettendo al Fly Rig di adattarsi ad ogni situazione. Quando si attiva la sezione Plexi il tonestack (quello pre settato) del SansAmp viene bypassato e il segnale passa solo attraverso l’emulazione di cassa rendendo quindi il Plexi un’emulazione di ampli più che un overdrive senso stretto. Chiaramente i controlli di tono della sezione SansAmp permettono di ritoccare l’equalizzazione anche del Plexi. Di fatto la sezione SansAmp va tenuta sempre attiva perché quando la sezione Plexi viene attivata viene bypassata l’emulazione “fenderosa” ma rimane l’emulazione di cassa, i controlli di tono attivi e il riverbero. SansAmp e Plexi sono quindi due mondi sonori messi li a portata di piede, il sogno di qualsiasi chitarrista, poter passare da timbriche Fender a timbriche Marshall alla pressione di uno switch…
Abbiamo parlato di emulazione di cassa ma qui secondo me siamo di fronte ad una cosa abbastanza interessante. L’emulazione di cassa c’é e non c’é allo stesso tempo. Non sono impazzito, é proprio come non ci si debba preoccupare che ci sia o meno. Il Fly Rig può essere collegato direttamente al Mixer e suona bene, proprio come se ci fosse una simulazione di cassa, può essere collegato ad un ampli tradizionale e anche in questo caso suona bene senza doversi preoccupare di disattivare l’emulazione di cassa, anche perché non é disattivabile. Diciamo che il Fly Rig é progettato per suonare bene sia collegato ad amplificatori FRFR che ad amplificatori tradizionali per chitarra e grazie ai controlli di tono attivi é possibile correggere al meglio la timbrica risultante.
Nella sezione Plexi é presente anche un boost (fino a +21dB)che essere usato anche con il Plexi disattivato per boostare anche solo la sezione SansAmp.
Quindi abbiamo a disposizione 4 suoni, Pulito, Pulito boostato, Overdrive e Overdrive boostato che coprono le necessità timbriche di gran parte dei chitarristi. Va considerato che il tutto poi é estremamente sensibile alla dinamica del tocco del chitarrista e con il volume della chitarra di possono ottenere infinite sfumature intermedie. Il concetto base é dare al chitarrista diversi livelli di gain sovrapponibili per dargli la possibilità di scolpire il proprio suono personale.
Vale la pena sottolineare che forse i chitarristi più estremi potrebbero necessitare di più gain, il Fly Rig é caratterizzato da sonorità molto classiche e può arrivare a livelli di gain per sonorità alla Slash o alla Iron Maiden, ma non ai livelli necessari per i generi moderni più estremi.
Il riverbero é il mio ideale di riverbero. Per dare una definizione più oggettiva direi che la cosa bella é che si aggiunge al suono senza snaturarlo, senza sfocarlo, il suono diretto si mantiene in primo piano e presente. Io tengo di solito il controllo ad ore 11. Quando uso il riverbero ho sempre necessità di aver la possibilità di regolare il tono per scurirlo un po’ in questo caso invece non ne sento la necessità, é perfetto così.
E ultimo ma non ultimo il Delay. Il prezzo del Fly Rig varrebbe la pena pagarlo anche solo per il Delay. Anche questo, insieme al riverbero, viene aggiunto al suono diretto in parallelo e quindi il suono diretto rimane totalmente analogico, a fuoco e per nulla alterato. é una bella simulazione di un echo a nastro che tramite il controllo “drift” permette di aggiungere una sorta di modulazione random come se fosse dovuta a fluttuazioni dello scorrimento del nastro, se il controllo “time” viene posto a zero e invece si alza sia “drift” che “level” si ottiene una sorta di pseudo chorus che può tornare utile a sopperire la mancanza di una sezione dedicata alle modulazioni.
É chiaro che gran parte del valore del Fly Rig risiede proprio nel suo essere minimale ed essenziale, pero’ se proprio si volesse andare a vedere cosa manca?
Innanzitutto sarebbe bello che il delay avesse l’impostazione per l’ottavo puntato (come nel DLA BOOST da cui é derivato), se ci fosse un loop send e return non sarebbe male, e uno switch per decidere se il Boost sia pre o post plexi completerebbe il tutto. così il Fly Rig perderebbe un po’ di fascino minimalista ma diventerebbe una soluzione completa. Spingendosi fino ai confini della realtà se oltre al fantastico riverbero la sezione SansAmp avesse anche un tremolo non ci sarebbe da chiedere altro.
Sull’onda del successo del Fly Rig Tech21 ha sviluppato anche un’edizione signature in collaborazione con Richie Kotzen nella quale la sezione Plexi é sostituita da un overdrive progettato specificamente per Kotzen, L’OMG. Questo da differenza del PLEXI é ispirato ad un classico Tube Screamer con quindi la caratteristica enfatizzazione delle frequenze medie ed inoltre una dose maggiore di Gain. Interessante notare che Richie Kotzen usa il suo Signature con amplificatori tradizionali, e il SansAmp comunque gli permette di ottenere un suono Clean base omogeneo e costante anche usando amplificatori diversi.
Ho preso il mio Fly Rig a fine agosto e prima di parlarne sul blog ho voluto provarlo nel maggior numero di situazioni possibili, l’ho usato in due concerti con ottimi risultati, entrando direttamente nel mixer e usando solo le spie fornite dal service. In sala prove l’ho provato entrando nell’input di un VOX AC15 e devo dire che suonava alla grande e il SansAmp riusciva a conferire un non so che di fenderoso al VOX. A casa l’ho usato con il mio Power Engine 60 e devo dire che é la morte sua, é il rig ideale, ma anche nel return del Trademark 30 rende benissimo. Anche nell’input del DV Mark Little Jazz il risultato é stato sorprendente come inserendolo nel send e return del Boss Gt-100. Insomma sembra proprio che il FLy Rig suoni bene ovunque e in ogni contesto, cosa che apparentemente ha tra il miracoloso e il magico, ma che in realtà e solo il risultato di 25 anni di ricerca e sviluppo portata avanti da tech21, una delle aziende più innovative del settore.
Qui di seguito alcuni video e samples che danno a mio avviso un’idea di come il Fly Rig suoni veramente. Buona visione e buon ascolto.
Demo di Leandro Diana
[…] avevo anticipato nella recensione del Fly Rig 5, Tech 21 ha recentemente presentato anche una versione Ritchie Kotzen Signature denominata RK5. […]
Ciao,
Innanzitutto complimenti per il blog. Lo trovo illuminante per tutto ciò che riguarda le soluzioni ampless. Ho acquistato il fly rig grazie alla tua recensione, veramente bellissimo. Dinamica ottima, bel ventaglio di suoni, pratico e semplice da utilizzare.
Per estendere la versatilitá dei suoni vorrei prendere il pedale della character series “California”. Dovrei collegarlo prima del fly rig, ma per mantenere il riverbero della sezione sansamp del fly rig, dovrei ovviamente lasciare attiva la suddetta sezione. Ma avendo il California la simulazione di speaker sempre attiva, non si verrebbe a creare una ridondanza che potrebbe magari incupire il suono? Senza contare che con il California attivo si perderebbe comunque la sezione plexi…. La soluzione migliore sarebbe prendere un pedale di riverbero ulteriore da mettere in coda al fly rig? Hai fatto qualche prova con i tuoi pedali characters?
Grazie dell’attenzione, ciao.
Stefano
Ciao Stefano,
credo che il Fly Rig sia un prodotto da prendere così’ com’e’, chiaramente il suo minimalismo e’ un punto di forza e un limite allo stesso tempo. Risulta difficile “Espanderlo” proprio perche’ molto integrato. Io personalmente ti consiglio se ti piace il california di usarlo separatamente dal Flyrig, con un Reverbero/delay da mettergli dopo e un overdrive da mettergli prima, tipo usando uno zoom MS-70 da mettergli dopo e il tuo overdrive/dist preferito con tre pedali avresti un tuo Fly Rig personale molto versatile. Io i Character li uso o nel send e return della pedaliera Boss GT-100 al posto delle sue simulazioni digitali o con i pedalini tradizionali per andare in diretta nel PA.
Ciao!
Complimenti per la bellissima ed esaustiva recensione.
Volevo chiederti un consiglio: io suono senza ampli, per esigenze di “spostamenti semplici”. Ho appena comprato il fly rig 5 e vorrei utilizzarlo collegandolo insieme ad un pod hd 500 così da usare il fly rig al posto delle simulazioni digitali del pod, ma usare allo stesso tempo i vari effetti di modulazione del pod. Come mi consigli di collegarlo? Ho visto che tu lo hai inserito nel send e return della boss gt 100, e immagino senza utilizzare nessun ampli. Vorrei capire meglio come fare…
Saluti
Ciao Danilo,
io con la boss gt-100 inserisco il Fly Rig nel suo send e return e non attivo nessuna simulazione di ampli ma uso appunto la sezione sansamp del flyrig. il mio consiglio e’ in questo caso di non usare il riverbero e il delay del fly rig ma usarlo solo per la parte Plexi e Sans amp, in questo modo puoi mettere gli effetti di modulazione e ritardo dopo il fly rig ed eventualmente il compressore wha e altri effetti prima del fly rig. Ad ogni modo a dir la verità questo sistema l’ho usato pochissimo, il bello del fly rig e’ il suo minimalismo e quindi alla fine lo uso quando mi serve star leggero e quando invece uso la Gt-100 uso le sue simulazioni interne senza grossi problemi.
Ciao
Matteo
ciao, la recensione mi è parecchio piaciuta, anche perchè, da possessore soddisfatto di una boss gt10, sento comunque la necessità di un “qualcosa” di analogico e minimale. avrei due domande se non ti disturbo, in particolare per l’rk5. In fatto di rumorosità, consigli l’acquisto di un noise gate analogico o i noise gate della boss fanno il loro lavoro?
come lavora in send e return? è necessaria una particolare regolazione dei livelli in ingresso e uscita? il tutto lo amplificherei con un rocktron vel. 300 e una cassa 2×12 con due eminence legend
Ciao Guido,
Sinceramente penso che un noise gate non sia necessario, il rumore di fondo presente e’ legato agli stadi di gain interni ed e’ comunque tollerabile, io personalmente tollero meno l’effetto del noise gate sulle code delle note.
Secondo me e’ meglio metterlo nell’input dell’ampli tenendo il pre settato clean, oppure puoi provare a metterlo nel return ma senza passare dal pre dell’ampli, usando quindi solo il finale.
Ciao, grazie per la recensione; volevo chiedere se, acquistando un chorus a pedale, è possibile collegarlo alla fly rig? In caso di utilizzo col delay integrato, questo (il chorus) sarebbe l’ultimo pedale in catena e non vorrei che potesse costituire un problema? Grazie per l’attenzione, Max
Ciao!! sono felice che la recensione ti sia stata utile.
Il problema del FLyrig e’ quello di non avere un loop in cui inserire effetti di modulazione prima del delay, metterlo dopo come scrivi non e’ un grosso problema, più che altro e’ una questione di gusti, e forse se i settari non sono estremi non si capisce nemmeno la differenza, il mio consiglio e’ se possibile provarlo prima.
Grazie a te per la risposta velocissima! Faro’ sicuramente qualche prova, sperando sia positiva, ma anche secondo me (in teoria) non dovrebbero esserci particolari problemi .. certo un loop effetti avrebbe reso ancora piu’ incredibile questo pedalone! Ciao, Max
Ciao,
ho acquistato da una settimana il FLY RIG. Ho fatto ricerche prima e dopo averlo acquistato e, la tua, è proprio una bella recensione. Forse la migliore.
Volevo farti una domanda, da quanto ho capito, non è proprio possibile usarlo completamente spento per sfruttare il clean dell’ampli, per passare al crunch con la sezione SansAmp (regolata a dovere) e, di conseguenza, al distorto del plexi con il boost per i soli?
Ho provato ed è veramente difficile trovare una regolazione di volumi adeguata, il clean ed il crunch, conviene farli solo con la sezione SansAmp, alzando ed abbassando il volume della chitarra.
Grazie in anticipo!
Fabio
Ciao Fabio,
io ho provato con un ampli ad usare il sansamp per il pulito basa e il plessi per il crunch e con il boost per i soli, così’ non ho avuto grossi problemi
Ciao, mi unisco ai complimenti.
Domanda da neofita: non ha uscita cuffie ?
Grazie
Ciao, no purtroppo non ha uscita cuffie, che sarebbe stata veramente utile
ciao ,recensione utilissima ,sono alla ricerca di un sistema che mi permetta di utilizzare la DI in maniera pulita e questo prodotto mi sembra la panacea .
suonando con due set ,uno acustico e uno elettrico ,mi chiedevo se l’output del sansamp subisca flessioni negative se ,prima di andare al banco del mixer , entri in uno switch A/B .
ti saluto
Ciao Carlo,
il segnale in uscita dal flyrig e’ abbastanza forte non dovrebbero esserci problemi
Ciao, grazie per la recensione mi appresto a fare un live con un rk5 appena comprato.
Posso uscire dal rk5 ed entrare direttamente dentro il banco mixer o è meglio usare una D.I?
Grazie
Ciao Andrea,
puoi andare nel banco mixer direttamente, il segnale in uscita non dovrebbe degradarsi molto anche nel caso di lunghe distanze, ma puoi usare anche una DI box nel caso che la ciabatta sul palco abbia solo ingressi femmine XLR.
Ciao
Matteo