Filippo Cosentino non e’ solo un musicista ma lo possiamo definire un imprenditore musicale a tutto tondo, la sua attivita’ spazia dai concerti alla registrazione, alla didattica e alla produzione. Fondatore della scuola e dello studio Dragonfly Studio e rinomato chitarrista e’ considerato oggi un esponente di rilievo in particolare per quanto riguarda la Chitarra Baritona. Dopo tanti anni mi stupisco ancora quando Guitarblog mi porta a fare nuove conoscenze in modo inaspettato, questo blog e’ un’isola nel mare del Cyberspazio dove ogni tanto approdano viaggiatori e naviganti della Rete, una taverna in un porto sicuro dove ci si puo’ sedere al tavolo e fare quattro chiacchiere per raccontare il proprio viaggio. Cosi’ Filippo e’ approdato su Guitarblog ed e’ nata a distanza (purtroppo in questo periodo e’ l’unico modo) una chiacchierata che vogliamo condividere con tutti voi per farvi conoscere la sua fantastica Musica e questo strumento affascinante che e’ la Chitarra Baritona.
Foto di Fabio Santucci
Iniziamo con il parlare un attimo di te. Come hai iniziato a suonare e quando la chitarra è diventata il tuo lavoro? in particolare quando hai deciso e come che una passione si trasformasse in qualcosa di più?
La prima chitarra, che per tutti noi chitarristi è un momento magico, mi è stata regalata quando avevo poco più di sette anni. Da lì ho iniziato il percorso di studi, in maniera piuttosto tradizionale come si faceva allora: inizio anni ’90, e in provincia l’unica possibilità offerta era intraprendere gli studi classici. Così ho fatto, fino alla prima liceo, quando sono passato all’elettrica e al basso. Senza dimenticare però gli studi classici. Trovo che sia importante in ogni situazione ricordare le proprie origini. In qualche modo tutto ha contribuito alla formazione del mio stile attuale, permettendomi di passare con agilità dal repertorio classico a quello contemporaneo. L’idea che mi sarebbe piaciuto trasformare questa passione in un lavoro mi è venuta verso i 14/15 anni, come credo a molti. La mia è stata una generazione fortunata con un sacco di guitar hero da studiare! Il resto che è venuto dopo, e quello che sono ora, è un mix di tanto studio (non solo sullo strumento ma anche per capire come impostare un business, ho infatti studi in economia dello spettacolo), scelte di vita e in qualche modo anche fortuna perché fare il musicista è sicuramente un privilegio perché non è detto che tutto fili nel modo giusto e sperato. È il frutto di tanta applicazione costante verso molteplici aspetti
Parlaci della tua musica e delle tue influenze
Non ci penso tanto quando scrivo. La faccio fluire come in un continuum musicale e dopo aver capito che l’incipit/idea che sto suonando è buono/a, allora capisco anche che forma dare alla mia musica, che penso abbia una forma liquida. Con una buona conoscenza degli argomenti si piò passare con semplicità da un genere a un altro: per questo è importante applicarsi e studiare tutti i giorni. Le mia musica, in generale, è caratterizzata da una forte componente melodica: non potrebbe essere altrimenti per me, da italiano e con un amore grandissimo verso le nostre Arie d’Opera, canzoni, repertorio popolare. Se pensiamo ai brani che hanno segnato la nostra vita, molti hanno una linea melodica chiara, ben articolata e riconoscibile, sia nel jazz, che nella canzone o nel rock o altro.
In merito alle mie influenze, posso dire di essere sempre stato curioso di tutto. Sin da ragazzino, quando sentivo un brano che mi colpiva, indipendentemente dal genere, mi dicevo “Wow! Bello! Devo studiarlo”, e così mentre portavo avanti la classica, imparavo i brani di Van Halen, Hendrix, Satriani, Vai, Dream Theather, ma anche il blues di Muddy Waters, Robert Jhonson, Clapton e il jazz di Louis Armostrong. Il jazz ha avuto e ha tuttora un ruolo importante nel mio percorso musicale, oltre agli studi in Conservatorio, perché è per me il modo che ha ognuno di noi di esprimersi con un linguaggio universale, conosciuto in ogni angolo della terra.
La chitarra Baritona: sei riconosciuto uno dei principali chitarristi che hanno dato un ruolo importante alla chitarra baritona, parlaci un po’ dello strumento in se per farcela conoscere e in particolare di come questo strumento ti permetta di esprimerti in modo
diverso rispetto ad una chitarra (convenzionale)
Tecnicamente è uno strumento con una scala più lunga, che permette quindi di avere una estensione verso il grave. È noto che la chitarra baritona a volte è stata utilizzata come complemento alla chitarra convenzionale perché risulta suonare meglio in alcune tonalità: non è quasi mai stata utilizzata come strumento con una propria dignità. Invece ha una voce pazzesca: un mix perfetto fra suoni bassi, profondi, e un’estensione migliore rispetto alla chitarra standard. Ci sono poi due modi di accordarla: una quinta sotto, quindi con la sesta in La (A), e un’altra con la sesta in Si (B), ovvero una quarta sotto. È questa che ho scelto, con accordatura Nashville per le sole corde centrali, anche per distinguere la mia voce sullo strumento. La chitarra baritona inoltre è a tutti gli effetti uno strumento traspositore, come lo sono sassofoni, trombe, clarinetti, corni.
Facciamo un viaggio nella tua discografia, raccontaci un po’ i tuoi album.
Da solista tutto è iniziato nel 2011 con Lanes (Greenproduction), con la partecipazione di Fabrizio Bosso alla tromba. Un disco con momenti di chitarra sola, r’n’b, jazz e blues. C’è poi stato un CD al quale sono affezionatissimo, che è Human Being (ERL), con ospite il sassofonista americano che vive in Italia Michael Rosen: un album per il quale ho sviluppato delle idee che c’erano già nel precedente Lanes e allo stesso tempo ho cercato una nuova strada per scrivere le melodie. Ci sono poi stati due album per me molto importanti, L’Astronauta (ERL), dedicato a mia figlia immaginata come una piccola astronautina nella pancia della mamma, e Andromeda (NAU), entrambi incisi con musicisti di grande bravura come Antonio Zambrini, Jesper Bodilsen, Andrea Marcelli, Johannes Fink, Ekkehard Wolk. Non poteva mandare il disco in duo chitarra e voce, Come hell or high water (NAU/NakedTapes), con Federica Gennai; per scrivere i pezzi a mia firma che ne fanno parte ho attinto parecchio dal repertorio popolare del Mediterraneo. Intanto ne sono usciti due in chitarra baritona sola, Tre – baritone guitar solo e Spirituals. Da Human being in avanti, a eccezione de L’Astronauta, in ogni disco c’è la chitarra baritona suonata in solo, in duo, trio o quartetto anche con abbinamenti a prima vista pericolosi: con il contrabbasso o il pianoforte.
Così sono arrivato a Baritune, dopo un percorso di tanti anni. Un disco per me importantissimo perché è inciso per un’etichetta prestigiosa come la Incipit/EgeaMusic che ringrazio molto per avermi dato questa occasione. Inoltre arriva dopo tanti anni di scrittura e quindi con una consapevolezza maggiore di come usare la composizione per far passare il mio messaggio musicale. Baritune sostanzialmente è un’antologia dedicata alla chitarra baritona: ci sono infatti cinque nuovi brani scritti apposta per questo disco, standard jazz come Beautiful Love, che mai prima era stato inciso con la baritona, c’è l’Aria d’Opera così come il r’n’b, c’è Estate da cui è tratto anche il video promo dell’album e il giusto e grato riconoscimento ai masterpiece della baritona come One quiet night di Metheny, brano con cui mi sono innamorato di questo strumento. Sono 52 minuti di musica.
Musica registrata e musica suonata dal vivo, quanto questi due aspetti della vita di un musicista pesano nella tua attività, e come vivi questi due aspetti?
Stare in studio di registrazione è una delle esperienze più belle che possa fare un musicista nella propria vita. Io ho avuto la fortuna di aver iniziato da giovane a collaborare con alcuni studi di registrazione come sessionman e ho imparato tantissimo, tutte lezioni che oggi uso nel mio studio di registrazione (il Dragonfly Studio ad Alba). È il luogo dove la creazione musicale prende forma, ovviamente in maniera differente in base al genere. Ad esempio registrare un disco jazz non è poi così diverso dal concerto dal vivo: spesso nascono in pochi giorni di studio se non nel giro di qualche ora. Baritune ad esempio è stato registrato da me e Federico Mollo, amico e fonico, in due giorni a maggio dello scorso anno. Il live ovviamente ha altre regole, c’è l’empatia con il pubblico, l’atmosfera del teatro o del club nel quale si suona, bisogna capirsi al volo con i musicisti perché non c’è un’altra take da poter fare: c’è quell’attimo lì e basta. Per questo bisogna studiare tanto, per cogliere l’attimo quando arriva e allo stesso tempo scegliersi compagni di viaggio con cui suonare che condividono con te la stessa idea di musica. Alcuni di questi aspetti non ci sono in studio e serve molta disciplina per fare un ottimo lavoro.
Hai una scuola di musica e un manuale di chitarra pubblicato, parlaci della tua didattica.
La didattica è un elemento importante per me e mi piace poter condividere le mie conoscenze con altri. Non mi importa l’età dello studente, può avere sei anni o sessanta: cambia semplicemente l’approccio (pedagogico) con il quale passano le informazioni ma il messaggio rimane quello. Ad esempio con una classe di bimbi fra i sette e i nove anni stiamo studiando due standard jazz: So what e Cantaloupe Island. Così come agli adolescenti, che per una didattica non sempre delle migliori nelle scuole medie arrivano dicendo “Odio la musica classica”, gli faccio riscoprire perché è bello suonare un brano di Bach piuttosto che di Chopin (sì, si fa anche sulla chitarra). Il compito che secondo me abbiamo noi musicisti è quello di avvicinare quante più persone al corretto studio dello strumento, poi ci sono mille offerte didattiche, tanti corsi fra cui scegliere ma l’importante è avvicinarsi nel modo corretto alla musica. Per questo ho fondato oramai dieci anni fa il Dragonfly Studio ad Alba e lanciato nei giorni scorsi la mia prima app Total Scales. Sul fronte della chitarra baritona invece grazie a Volonté&Co è stato pubblicato il mio Metodo completo per chitarra baritona elettrica, acustica e classica, il primo nel suo genere con esercizi per imparare a gestire questo strumento: ci sono quindi esercizi per imparare a gestire le corde basse che sono fondamentalmente quelle di un basso, un prontuario delle scale maggiori e minori, tutti gli accordi con i diagrammi trasposti per chitarra baritona e brani arrangiati oltre a capitoli sull’accordatura aperta e Nashville.
Hai una formazione formale e accademica, cosa pensi della formazione musicale in italia? e dello studio della musica da autodidatti?
Penso si debba essere assistiti e aiutati da un insegnante nel momento in cui quest’ultimo è un valore aggiunto al proprio percorso. Lo disco sempre anche ai miei studenti. Spesso i musicista professionista/didatta è una persona che è in grado di vedere le cose in maniera più semplice e comunica il messaggio con più facilità favorendo l’apprendimento.
La didattica in Italia è sicuramente buona, quanti musicisti giovani e incredibili ci sono attualmente? Molti di più rispetto a quando io avevo 18/20 anni. Questo è sicuramente il segno di una didattica efficace. Bisogna però essere onesti e riconoscere che molte delle giovani leve non stanno trovando una propria voce bensì imitano quella di qualcun altro. È importante la letteratura musicale ma serve insegnare ai propri studenti a trovare la propria via per fare musica: il repertorio è li per indicarci che ognuno di questi grandi compositori pur studiando i predecessori e contemporanei, alla fine ha pensato con la propria testa scrivendo pagine di rara bellezza o interpretando il repertorio con la propria voce. Penso a Bill Evans su tutti che sintetizza pienamente quello che voglio dire.
Dragonfly non è solo una scuola di Musica ma anche uno studio di registrazione, dove hai registrato i tuoi album recenti, parlaci del tuo lavoro di produttore, come cambia quando lavori alla tua musica o lavori per conto di un altro musicista che si affida a te.
Sì, al Dragonfly Studio ho registrato Baritune e il prossimo disco in trio con una sezione di fiati (con Carlo Chirio al basso, Lorenzo Arese alla batteria e i Braxophone come sezione fiati ) che uscirà per la prestigiosa Davinci Publishing di cui spero di avere occasione di parlarti! Mi piace e mi affascina l’aspetto produttivo: avere uno studio di proprietà mi ha permesso di costruirlo secondo la mia idea di suono, mi sono scelto i microfoni che mi piacevano per raggiungere l’obiettivo e tutto è pensato per avere una ottimizzazione delle frequenze che caratterizzano gli strumenti a corda a fiato e le percussioni. Lo filosofia dello studio sta piacendo parecchio a diversi musicisti da tutta Europa, fra tutti cito Giuseppe Di Filippo sassofonista palermitano e piemontese di adozione di cui ho registrato il disco Making Monsters.
Questo è un momento molto difficile per tutti, penso che ci siano state anche delle ripercussioni sul tuo lavoro, concerti e tour cancellati, come stai usando questo periodo di fermo forzato e che misure hai preso per portare avanti almeno l’attività didattica? Pensi che anche quando sarà passato tutto ci saranno delle cose che abbiamo imparato da questo che potranno tornarci utili (es. uso del digitale per la didattica, etc).
Sì, parecchie in termini di concerti dal vivo. Alcuni effettivamente cancellati perché impossibilitati a riprogrammarli, altri rinviati. A parte questo, non tutti gli studenti ad esempio scelgono la didattica online: il Dragonfly Studio come ti dicevo sopra è anche una scuola online, con video-corsi e lezioni online. C’è chi preferisce avere la normale lezione frontale e attendono che questa emergenza finisca. Ci sono i lavori in studio di registrazione bloccati. L’importante adesso è concentrarsi sul rispetto delle regole che c’è stato chiesto di osservare per poter far ripartire tutte le comunità al più presto.
Detto questo, il lavoro del musicista ha così tanti aspetti che spesso alcuni non è possibile portarli avanti durante la normale attività. Sto scrivendo in questo periodo, penso che una parte del materiale che scrivo diventerà un manuale didattico, ho potuto terminare il lavoro sull’app Total Scales e lanciarla, almeno per smartphone e tablet Android e presto arriverà anche per iOS. C’è poi tanto tempo da passare in famiglia, con mia moglie e figlia: e questa è la più grande fortuna che ho nella vita.
La Musica di Filippo Cosentino su Spotify
I CD sono acquistabili sui principali online store di musica.
Chitarra Baritona – Il Manuale Completo
https://www.volonte-co.com/website/es/edizioni/item/3872-chitarra-baritona-manuale-completo
Approfondimento tecnico sull’accordatura usata da Filippo sulla Chitarra Baritona:
la Nashville sulla baritona è un po’ diversa rispetto alla Nashville tradizionale
In quella tradizionale avresti le ultime quattro un’ottava in alto mentre sulla baritona sono all’ottava alta solo le corde centrali (la terza e quarta)
Come corde uso Dogal Strings
0.13 accordata normale (Si)
0.17 accordata normale (Fa#)
0.13 non rivestita accordata un’ottava alta (Re)
0.19 non rivestita accordata un’ottava alta (Sol)
0.52 accordata normale come basso (La)
0.63 accordata normale come basso (Mi)
Ho fatto tante prove e alla fine ho trovato che questa scalatura mi permette di avere un giusto compromesso con il suono acustico che mi piace avere e la profondità dei bassi
Come pick up ho: ho un trasduttore + un secondo DYN-G della Shertler
Grazie mille per la bella intervista! 😀