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Il Capotasto Mobile – Tutta questione di forza

E’ un oggetto immancabile nella borsa del chitarrista ma e’ anche piuttosto controverso, spesso i chitarristi piu’ abili lo guardano dall’alto al basso e magari lo snobbano pure. In realta’ il Capotasto mobile e il suo uso non ha niente a che vedere con il livello di bravura del chitarrista che lo usa, anzi. La tastiera della chitarra e l’accordatura standard sono organizzate in modo da permettere la traslazione di una diteggiatura senza cambiarne la forma. Con il capotasto mobile si puo’ effettuare la traslazione del capotasto del manico della chitarra in corrispondenza di uno qualsiasi dei tasti. In questo modo, e’ possibile suonare le posizioni degli accordi suonati con corde a vuoto che si suonano in prima posizione anche in altre posizioni. Non mi addentro nell’uso del capotasto, argomento che riguarda la didattica, ma voglio scrivere di quale sia, a mio avviso, il capotasto migliore da usare.

La chitarra ha un problema intrinseco di accordatura, se accordiamo una corda a vuoto nel momento in cui premiamo la corda su un tasto creiamo una tensione aggiuntiva che modifica leggermente l’intonazione della nota suonata, piu’ sono alte le corde piu’ questo problema si accentua, e si va ad aggiungere agli errori di intonazione che sono legati alla costruzione della chitarra. Il processo stesso di accordatura deve tenere contro di questi discostamenti raggiungendo il miglior compromesso possibile.

Quando applichiamo il capotasto mobile di fatto rischiamo di compromettere pesantemente questo sottile equilibrio.

Ogni chitarrista ha le sue preferenze sul capotasto mobile, dire quale sia il migliore e’ difficile, molto piu’ facile quindi dire quale sia il peggiore.

Il peggior capotasto da usare e’ senz’altro quello che scorda parecchio la chitarra, e questo e’ dovuto sopratutto alla forza con cui il capotasto schiaccia le corde.

I capotasti mobili a pinza, con la molla, sono a mio avviso i peggiori proprio per questo motivo. Il problema e’ che la molla ha una tensione fissa che di solito e’ molto alta, le corde vengono schiacciate parecchio e la scordatura risultante deve per forza essere corretta cercando di riaccordare, con il problema che essendoci il capotasto che preme non e’ che sia un’operazione agevole. Essendo poi lo spessore del manico diverso a seconda della posizione la forza esercitata dalla molla cambia e non e’ costante in posizioni diverse

Sicuramente hanno dalla loro che si mettono e tolgono molto velocemente con una mano sola, ma direi che questo vantaggio non dovrebbe farli preferire.

I capotasti mobili a laccio o elastico appartengono ad un altra categoria deprecabile, spesso vengono scelti perche’ sono molto comodi e poco ingombranti sul manico, ma anche in questo caso penso che i difetti superino i pregi.

La caratteristica importante che un capotasto mobile deve avere per essere un buon capotasto e’ che sia possibile regolare in modo fine la forza con cui va a premere le corde.

Questa caratteristica e’ ottenuta in vari modi, la piu’ comune e’ che invece di usare una molla si usi una vite per andare regolare la morsa del capotasto. In questo modo con la vite si puo’ finemente trovare la giusta forza che permette alle corde di non friggere e allo stesso tempo di non essere deformate con conseguente alterazione dell’intonazione.

Un’altra caratteristica importante e’ che il capotasto si adatti alla curvatura della tastiera. Ci sono capotasti mobili per tastiere piatte e con curvature molto lievi e capotasti per chitarre con curvature accentuate. Una chitarra acustica in genere ha una tastiera abbastanza piatta con raggio di curvatura uguale o superiore a 12″, una Gibson Les Paul ha un raggio di curvatura di 12″ mentre i manici Fender vintage hanno tastiere molto curve con raggi di 7,25″

Se mettiamo un capotasto piatto su una tastiera curva le corde centrali risulteranno sottoposte alla giusta pressione ma le corde piu’ esterne non saranno sottoposte alla giusta pressione e quindi friggeranno. Un Capotasto curvo su una tastiera piatta produce l’effetto opposto.

I miei capotasti mobili preferiti sono questi:

il K&M e’ forse quello meno comune, lo trovai per caso in un negozio e ne comprai 3, e’ in vendita in due modelli, per tastiere curve e per tastiere piatte.

https://www.thomann.de/intl/km_14545.htm

https://www.thomann.de/intl/km_14540.htm

Il vantaggio di questo capotasto e’ che la vite e’ centrale rispetto al manico una volta montato e quindi va ad esercitare la forza perpendicolarmente rispetto al piano della tastiera. La vite ha una regolazione particolarmente accurata. La costruzione e’ solidissima ed e’ un oggetto indistruttibile, l’unico aspetto negativo e’ che e’ abbastanza ingombrante.

Per questo motivo mi piace molto anche il Planet Waves – D’Addario, nato da un progetto di Ned Steinberg e’ molto leggero e poco ingombrante, montato sul manico sembra di non averlo. La regolazione della vite e’ fine e permette di ottenere la giusta forza sulle corde. Anche questo e’ disponibile in versione per tastiere curve e per tastiere piatte.

D’Addario Planet Waves PW-CP-O2

Un tipo di capotasto mobile che unisce la comodita’ dei capotasti a pinza con la possibilita’ di regolare la forza esercitata sulle corde, e’ il D’Addario Tri-Action. Come un capotasto a pinza si monta sul manico con una mano sola ma poi basta agire sulla vite montata sulla molla per regolarne la tensione. Io ho un vecchio modello Planet Waves dual action ma credo che il tri action sia la versione attuale migliorata.

Planet Waves Dual Action
D’Addario Tri Action

Insomma, a parte i modelli che preferisco io, spero che quello che sia chiaro e’ che l’uso del capotasto mobile non deve andare a pregiudicare l’intonazione della nostra chitarra e sopratutto che le corde vengano pressate con una forza omogenea, una volta soddisfatte queste due esigenze ognuno puo’ trovare il suo capotasto preferito.

Chiudiamo questo articolo la foto di un capotasto mobile che sembra un accessorio da Bondage, Lo Spider Capo!! permette di premere selettivamente solo alcune corde ottenendo in questo modo degli effetti molto particolari andando oltre quello che permette l’accordatura standard o le accordature aperte tradizionali.

2 Comments

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  • Ci sono ulteriori qualità da tenere ben presenti, riconducibili ad un solo assioma: non deve far perdere tempo,
    Deve potersi mettere/togliere al volo, con la sicurezza di aver preso correttamente tutte le corde e senza alterarne l’accordatura. Meglio se permette anche di essere facilmente e velocemente spostato lungo il manico..
    Detto questo mi sembra che non sia stato citato uno dei capotasti più .utilizzati e cioè il G7th.

    E per finire il capotasto di lusso, fornito degli adattatori per qualunque tipo di curvatura della tastiera, personalizzabile, e chi più ne ha più ne metta, sto parlando del mitico Thalia Capo (https://www.thaliacapos.com/collections/capos)
    Ciao
    Fulvio
    PS: poi ci sono quelli “strani” tipo il citato Spider che servono per creare al volo delle accordature aperte senza scordare la chitarra. Ma questa è un’altra storia