In Primo Piano Musica

Joe Valeriano, La Mano Destra del Diavolo

Una compra vendita di una chitarra puo’ trasformarsi nell’occasione per conoscere uno dei più grandi chitarristi Italiani? e se non lo conosci già l’unica scusante è che hai vissuto all’estero per 20 anni o che ti hanno rapito gli alieni per un periodo perlomeno uguale. Nel mio caso me la cavo con la prima.
E’ stato così che a Novembre del 2021 ho messo in vendita una chitarra e ricevo il contatto di Joe che era interessato, nasce un piacevole scambio di battute via chat, già da un’occhiata al profilo e dalla foto spesso si riesce ad intuire se il potenziale acquirente è un appassionato serio o solo un perditempo da cui non si concluderà nulla, capisco subito che è un musicista e tra l’altro abbiamo un amico in comune… insomma la trattativa va a buon fine ma cosa ben più importante ho avuto modo di conoscerlo di persona e di stringere…. la mano destra del diavolo.

Eh si perchè in quella mano è rinchiusa una band al completo, e non sono quelle cose che si imparano, o ci nasci o devi incontrare qualcuno ad un “crossroad” in una notte di luna piena con cui fare patti molto particolari. Io non so come sia andata in realtà, sta di fatto che Joe Valeriano nella sua tecnica racchiude il meglio della tradizione chitarristica blues/rock dagli anni 60 in poi, sicuramente l’amore per Stevie Ray Vaughan ha contribuito molto a sviluppare questo shuffle trascinante ma il tutto è portato poi a livelli personalissimi dove ritmica e solistica si mischiano senza possibilità di distinzione e se lo vedi suonare in duo con la figlia Valeria al basso ti chiedi dove sia l’altro chitarrista, tra l’altro il duo insieme ha un groove tale che ti sembra pure di sentire la batteria che li sostiene, ma in realtà non c’è nessun batterista, e a me questo sembra già abbastanza diabolico, o no?

Insomma dopo averlo conosciuto via chat ed avendo visto un po’ dei suoi video su facebook e youtube ho voluto conoscere meglio la sua musica, mi ha prima mandato le versioni digitali dei suoi ultimi album in studio e quando ci siamo visti di persona non ho potuto non acquistarli insieme a quello che penso che sia uno degli album dal vivo più belli che ho ascoltato negli ultimi anni, Live in Concert 2002

Registrato al Blueshouse di Milano nel 2002 con Ray Accardi al basso e Roberto Rimoldi alla batteria è l’edizione di una registrazione rimasta per quasi 20 anni nascosta e per presentarlo voglio usare le parole di Joe nelle note di copertina:


Spesso mi va di trascorrere un po’ di tempo nella mia cantina dove oltre a suonare e comporre musica riascolto le vecchie cassette che conservo da anni. A volte ritrovo registrazioni dal vivo del mio gruppo che avevo oramai dimenticato. Una di Queste mi ha colpito che ho sentito l’esigenza di pubblicarla. Spero che chi ascolterà questo lavoro possa provare le stesse, semplici emozioni che ho provato io ritrovandomi di fronte ad un modo tanto genuino e personale di dare vita ad un buon classico Rock senza fronzoli e sovrastrutture di alcuni tipo.

Al primo ascolto sono rimasto subito affascinato dal sound che è al livello dei migliori live degli anni 60/70, un livello di energia, interplaying, improvvisazione, libertà che soltanto questo tipo di musicisti sa infondere in una esibizione, la spontaneità e la naturalezza sono dirompenti. Sono oramai decenni che gli album dal vivo sono diventati dei prodotti discografici pieni di sovraincisioni e correzioni che alla fine fanno perdere tutta la naturalezza del live, per non parlare delle sequenze registrate che impongono l’uso del clic metronomico e tempi e strutture predeterminate da cui non si esce, qui invece torniamo al live come deve essere, vero, naturale, autentico. Ma in tutto questo la qualità della registrazione è veramente notevole, onore al merito del fonico che quella sera registrò dal banco il concerto, spesso in questo tipo di registrazione i livelli sono un po’ sballati perché in genere si fanno i suoni per la sala, ma qui tutto e ben bilanciato e miscelato, e sicuramente il lavoro di mastering di Larsen Premoli del Reclab Studio di Buccinasco ha conferito a questa registrazione tutta la chiarezza e la botta che teletrasporta l’ascoltatore indietro di 20 anni in un mitico locale dell’area milanese.

GLi 8 brani sono quasi tutti strumentali, le parti cantate lasciano lunghi spazi di improvvisazione dove possiamo ripercorrere gli omaggi alle influenze principali di Joe, dal Rock and Roll di Chuck Berry ad Hendrix con una magistrale e lisergica Little Wing, allo shuffle di SRV, ai Nirvana con sonorità tra il grunge e il classic rock, ai Cream e non posso non citare una reinterpretazione psichedelica di Breathe dei Pink Floyd, solo strumentale che introduce una lunga jam finale che porta fino alla conclusione del live. Finisci di ascoltarlo e lo vuoi subito risentire, perché dentro c’e’ talmente tanto che ad ogni ascolto puoi cogliere qualcosa di nuovo e di inaspettato, un album da ascoltare milioni di volte, per il piacere di farlo e basta ma anche per la possibilità di imparare come si suona in trio e come si suona dal vivo!!

Questo album è per me un trattato di musica live, da studiare, e siccome i lettori di questo blog sono in gran parte chitarristi non posso non consigliarlo anche per questo, per capire che la Musica non è solo quella che si suona su una base in una stanzetta riprendendosi con il cellulare per fare video da postare sui social, la Musica trova la sua più grande forma di espressione quando 2-3 o più persone suonano insieme, prima di tutto ascoltandosi ed interagendo, e quando a questo si aggiunge talento ed alchimia vengono fuori cose come questa.

E non posso che ringraziare Joe per aver pensato di non tenere questa registrazione in cantina, nonostante le difficoltà che oramai ostacolano la pubblicazione di musica indipendente l’entusiasmo di Joe ci ha regalato la possibilità di poter prendere parte come ascoltatori ad un concerto che non è rimasto relegato ad una serata del 2002 ma che è qua per tutti noi. Joe ha scelto di essere un artista indipendente e oltre ad autoprodursi insieme alla figlia Valeria ha scelto da qualche anno anche la via del Crowdfunding per finanziare la pubblicazione dei suoi album.

https://www.produzionidalbasso.com/project/joe-valeriano-band-live-in-concert-2002/

a questo link sono presenti diverse opzioni di acquisto, io consiglio almeno il pacchetto che comprende CD “LIVE IN CONCERT 2002” + CD “WILD WRECKED WORLD” + CD “LONESOME ROAD”, in questo modo avrete anche i due bellissimi album in studio del 2015 e del 2020 che pur se distanziati da 5 anni sono legati da un filo conduttore.

In Lomesome Road e Wild Wrecked World alcuni testi dei brani sono delle poesie e canti traditional tratti da un vecchio libro comprato anni fa su una bancarella di un mercato,“Antologia dei Poeti Negri d’America” (Mondadori 1964), testi che parlano dei temi cari della tradizione afroamericana, con musica originale composte da Joe, canzoni che ridanno voce e vita a poeti di un’altro tempo.

Non credo sia un caso che World Wricked World sia stato composto e registrato nel 2020, un momento difficile che abbiamo passato tutti e che Joe ha saputo trasformare in un lavoro musicale di rinascita e riscatto, grazie alla potenza consolatrice e catartica della sua musica e del blues più autentico.

Per un’approfondimento sulla carriera musicale di Joe Valeriano segnalo questa intervista dove ripercorre la sua discografia e in cui in chiusura annunciava la pubblicazione del Live in Concert 2002.

http://www.magazzininesistenti.it/wild-wrecked-world-intervista-a-joe-valeriano-di-maurizio-celloni/?fbclid=IwAR1RY7SWtKugNmHJ61dVTh9Tm4f-i_89nYIFT0znPtDPU875DAZuNhyBpW0

Live in Concert 2002

Tracklist

MACHINE GUN (J. Hendrix)
PRIDE AND JOY (S. R. Vaughan) - JOHNNY B. GOODE (C. Berry)
SUNSHINE OF YOUR LOVE (Cream) - LESLIE WEST TRIBUTE (J. Valeriano)
SUSIE Q (Creedence Clearwater Revival)
POLLY (Nirvana) - PETER GUNN THEME
RAY BASS SOLO (J. Valeriano, R. Accardi)
LITTLE WING - THIRD STONE FROM THE SUN (J. Hendrix)
BREATHE (Pink Floyd) - FINAL JAM