Musica

Paris Airport ‘77, Dr. Strange e Mr. Crippa

Ci sono superpoteri che si acquisiscono per il morso di un ragno geneticamente modificato, se esposti ad una tempesta di raggi cosmici mentre ci si trova in orbita o se dopo un incidente invece di fare riabilitazione con un fisioterapista la fai con uno stregone a Katmandu. Non so come e dove Luca Crippa abbia acquisito i suoi, ma di certo li usa in tutta la loro potenza. Apre portali dimensionali verso universi paralleli e viaggia nel tempo trasformando ricordi e sogni in emozioni e in questi portali ci fa entrare quanti abbiano voglia di andare oltre la banale realtà per contemplare il Mistero che la trascende.

Non credo ci sia stato un unico momento preciso o un unico evento specifico che lo abbia trasformato, ce ne sono stati tanti, so per certo che un pomeriggio del 1979 è successo qualcosa di magico, un Disco, ma non volante guidato da piccoli omini verdi, ma bensì di Vinile a 33 giri, lo ha rapito e lo ha portato a fare un giro, uno di quei giri che ti cambiano la vita per sempre. One More from the Road, Lynyrd Skynyrd.

Dopo pochi mesi la prima chitarra elettrica e a Giugno del 1981 il primo concertino con la prima Band, i Tomahawk, già proto tributo ai Lynyrd Skynyrd, fino alla metà degli anni 80 quando poi subentrano quelle cose che investono un pò tutti i giovani che si apprestano a diventare adulti e la vita magari ti colpisce più volte inaspettatamente…. ma la musica va avanti e non ti lascia mai anzi ti aiuta a raccogliere i pezzi e trovare una strada.

Nel 1993 il Viaggio in solitaria negli Stati Uniti, appena laureato, guidando in automobile negli stati del sud alla ricerca un po’ di se stesso e un po’ delle radici della musica che ama, seguendo delle indicazioni raccolte strada facendo nei luoghi storici degli Skynyrd, alla ricerca di un capanno nelle paludi della florida che si narra fosse stata una sala prove della band incontra Rodney Mills, il produttore dei 38 Special e coinvolto in Street Survivors, che gli racconta che il capanno è andato distrutto in un incendio e altri aneddoti sulla storia dei Lynyrd Skynyrd.

Il Viaggio e questo incontro, pur non essendo avvenuto al crocicchio di strade di campagna in una notte di luna piena e in odore di zolfo, sono certamente stati un altro evento che o ti cambia vita o appunto ti dona super poteri, o magari entrambe le cose.

Tornato a Milano rimette in piedi la band con l’inseparabile amico d’infanzia Roberto Tenore e altri membri dei Tomahawk, come il batterista Tony Rotta che forma una sessione ritmica rock invidiabile con Gianni Melis al basso. Successivamente si avvicenderanno alle tastiere due pianisti d’eccezione come Mirco Maffina e Ricky Maccabruni . Nascono nel 1995 i Mr Saturday Night Specials, tributo ai Lynyrd Skynyrd. Dobbiamo riconoscere a Luca Crippa di essere stato un antesignano delle Tribute Bands in Italia in un’epoca ancora in cui non era un fenomeno diffuso, io li vidi dal Vivo in uno storico locale della provincia milanese nel 1997 e rimasi rapito e folgorato dall’assistere ad un concerto che riproduceva il repertorio intero di una band storica, di fatto già apriva portali dimensionali dove ti trasportava da Arluno a Jacksonville senza spostarti di un metro… le Arti Mistiche già erano potenti in lui!!!

I Mr. Saturday Night Specials vedono l’apice della loro carriera nel 2006 con un doppio CD Live alla Blueshouse di Milano e con i concerti per la festa del 4 Luglio alla base NATO di Napoli del 2006 e 2007.

Dal 2008 al 2013, con lo pseudonimo di Curtis Loew, Luca crea un piccolo ma apprezzato mondo musicale, partecipando part-time a un’attività famigliare di promozione e booking di artisti soprattutto americani, ma anche italici e internazionali, spesso anche accompagnandoli sul palco in tour che possono poi svilupparsi in tutta Italia, grazie anche alla collaborazione con altri musicisti come Vincenzo Tropepe e Ruben Minuto.. Dal 2013 il Lonesome Duo con il grande Ruben Minuto, già compagno di avventure Southern Rock dal 1997, e I No Rolling Back, alternative country, con Ruben e Alex Marcheschi e Briegel (batteria e basso dei Ritmo Tribale), questo giusto per tirare un pò il fiato e affinare le Arti Mistiche di cui sta diventando oramai lo Stregone Supremo.

La bellissima storia di Luca e Ruben potete leggerla in questo articolo:
https://www.guitarblog.it/2021/01/ruben-minuto-e-luca-andrea-crippa-il-cavaliere-e-il-suo-scudiero/

Nel 2019 con la Ruben Minuto Band come produttore, compositore, e chitarrista partecipa alla realizzazione di Think of Paradise e di The Larsen Sessions, io lo conosco proprio quando nel 2020 in piena pandemia stava promuovendo questi due album, di cui potete leggere in questi miei due articoli:

https://www.guitarblog.it/2021/01/ruben-minuto-the-larsens-sessions-live-in-studio/
https://www.guitarblog.it/2021/02/think-of-paradise-ruben-minuto/

A Maggio del 2023 sono andato ad ascoltare il Lonesome Duo al Circolone di Legnano e tra i vari brani del repertorio storico e consolidato ecco a sorpresa “There’s a time that never ends”, proposta in anteprima assoluta in versione acustica , quasi per vedere “l’effetto che fa”….

We were young, laughing in the sun
Feeling so free, in the summer whirl
I felt like singin’ and you just sang with me
Oh what a night, and the ocean wind

Ecco che si apre un portale spazio dimensionale e io ci casco in pieno, il ritornello mi entra in testa fin da subito e mi ritrovo ai miei 20 anni e sento queste emozioni che sono anche le mie di quando “I began to know of times that never end”, è bastata una canzone e la magia è stata immediata.

Alla fine del concerto Luca mi racconta che le prove dei brani con la band sono in corso, e che entreranno in studio, il RecLab di Larsen Premoli, a giorni per le registrazioni.

Ebbene, credo di essere stato uno dei primi a cui Luca ha confidato già nel 2020 che aveva in cantiere il suo debutto solista, era in piena fase creativa e l’entusiasmo altissimo, e come scrive nella sua “Dream Become Promises”

’ve put it all in it, all of my self
This time ain't let it go: here my dreams become promises

e quel sogno che era diventato una promessa si stava realizzando, il 12 Giugno mi arriva un messaggio Whatsapp:

“Periodo stra-intenso in cui in 5 giorni abbiamo … completato le registrazioni del mio primo disco …C’è dentro la mia vita, la mia filosofia e la mia creatività in libera uscita….. Non vedo l’ora di avere la prima preview dei brani, ancora tutti da mixare ecc”

Tempo qualche giorno e Luca mi manda in “preview” il multitraccia nemmeno mixato di “there’s a time that never ends” e già si intuisce quello che sarà l’album, la canzone che mi aveva emozionato dal vivo in acustico qualche settimana prima, nell’arrangiamento con la band completa mi travolge, ce l’avevo ancora in testa e adesso ci rimane indelebilmente!!

Il 9 Luglio notifica di Whatsapp: “Album finito…Il brano che già conosci in preview per te…There’s A Time That Never Ends…Ma non ti posso rovinare la sorpresa dell’album. Mi devo fermare qui”

Il 7 Agosto Luca mi manda l’album completo in digitale, io sono in vacanza al mare e dopo i primi ascolti, il 10 agosto gli scrivo:

“Sto ascoltando l’album, pazzesco. Non c’è nulla di scontato, già sentito, cliché, è sorprendente!!!” ecco il succo di tutto è proprio questo, dopo quasi 5 mesi non posso che tornare a questo mio primo semplice commento dei primi ascolti, quella sensazione di inascoltato, nuovo, diverso, è rimasta e si è sempre più confermata.

Per chi conosce Luca e i suoi trascorsi musicali l’ascolto del suo album di esordio non puo’ che essere strabiliante, quasi nulla di quel mondo musicale fatto di Americana, Southern Rock, Alternative Country e’ presente nei 14 brani, nessun cliche’ ne nelle musiche che nei testi, fin dalle prime note si viene proiettati in un mondo interiore, intimo, fatto di sonorita’ spiazzanti e testi poetici profondi, intensi, dove ogni parola ha un potere evocativo magico e unico.

E il potere evocativo, magico delle parole è proprio il tema del brano che collega tutti gli altri, una suite di 11 minuti divisa in tre parti “Things Got Their Name From A Spell”

Shapes of things a revelation,
from Joan Miro and the eye of Agamotto
Magic connections through the world as we know it
and all of other hidden worlds
And all that ole Ditko weird stuff is now so meaningful to me
Transformation is the new way of doing poetry
and the ultimate way to reality

Quello che mi ha colpito fin da subito è stato anche il contributo di tutta la band agli arrangiamenti e nelle loro incursioni solistiche, Ruben Minuto e Leandro Diana, che conosco molto bene nelle loro produzioni, qui si trasformano e entrano nel mondo di Luca, tirando fuori anche loro lati del tutto inediti del loro stile, come il piano di Riccardo Maccabruni, la batteria di Deneb Bucella e i contributi di Lele Ledda aka ZOWA e la partecipazione di Marcello Cosenza. Anche questo è un incantesimo, riuscire a portare tutte queste identità, anche così diverse tra loro, in un territorio inesplorato e fuori dagli schemi classici e convenzionali esprimendo un tutto che è maggiore della somma delle parti. Luca ricorda l’amico Mirco Maffina che pur non avendo partecipato alla registrazione dell’album ha lasciato il suo marchio nella struttura dei primi 6 brani di Paris Airport ’77, l’Album è dedicato alla sua memoria.

Ma chi sono questi Tautologists??? ecco una cosa che ci ho messo parecchio a capire ed era proprio li sotto i miei occhi fin da subito, proprio nella tautologia, SONO QUELLO CHE SONO e FANNO QUELLO CHE FANNO!!!!

Ho passato parecchio tempo a cercare di definire questa musica, di farla rientrare in un genere, una categoria che mi permettesse di dare pace a quella necessità naturale del nostro cervello di catalogare qualcosa di nuovo dentro una categoria conosciuta per comprenderlo meglio, ma appunto questa MUSICA E’ quello che E’ tautologicamente autodefinita.

Nel concreto i Tautologists non sono nemmeno una band in senso stretto, sono un collettivo di artisti uniti da amicizia e varie collaborazioni reciproche e che si assemblano in formazioni variabili, anche questo forse è il frutto dei super poteri di Luca, di essere un po’ un centro di attrazione gravitazionale che crea uno spazio-tempo magico di libertà in cui arte e poesia prendono il sopravvento sulla necessità di produrre e realizzare continuamente obiettivi: “I will make things happen but I won’t deliver”.

(Foto di Giuliano Plorutti)

L’album è stato pubblicato su tutte le piattaforme digitali e in formato CD il 20 Ottobre, il 21 Ottobre al Mou di Milano (ex Garage Moulinski) l’album è stato presentato dal vivo con una formazione dei Tautologists che vede Paolo Roscio al basso e Lele Zedda aka ZOWA al piano e tastiere insieme a Leandro Diana alla chitarra e Deneb Bucella alla batteria. Per me è stata un’esperienza illuminante ascoltare dal vivo i brani dell’album, l’energia e la dinamica del contesto live hanno donato a queste canzoni un’anima diversa, più essenziale e ancor più diretta dalla quale emerge ancora meglio l’istintività compositiva di Luca e il suo potere di piegare la trama dello spazio tempo creando una bolla dove far risuonare le corde interiori degli artisti con lui sul palco e del pubblico in sala. In occasione di questo live è stato anche proposto un inedito del prossimo Album, The Beautiful Garden, atmosfera mistica ed onirica per una canzone dedicata alla vita di coppia.

(Foto di Stefano Petrucci)

Playlist Video di alcuni brani eseguiti dal vivo al Mou:

Paris Airport ’77 è il volume 2 di una quadrilogia di cui il Volume 1 uscirà nel 2024, 25 anni dopo essere stato scritto e composto nel 1999, anche questo è un sogno che è già diventato una promessa e Luca sicuramente troverà il modo di far succedere le cose giuste per cui possa realizzarsi e se The Beautiful Garden ne è la premessa non vedo l’ora di ascoltarlo.

In questi mesi Luca mi ha reso partecipe anche del suo processo creativo, mi sono chiesto come potesse essere la musica da lui prodotta così diversa da quella che ha frequentato per anni come musicista, come riuscisse a non correre il rischio di scrivere seguendo dei canoni stilistici convenzionali, riuscendo a proporre una Musica che fosse veramente la Sua Musica.

Me lo ha chiarito proprio cosi:“Per lo piu parto dalla musica, la parte dionisiaca: accordi, armonia, giri di chitarra, spunto melodico >>> arrivano naturalmente immagini, idee, ricordi >>> testo >>> melodia e struttura brano e suoni (3 elementi basati moltissimo sul testo: è il testo a chiedere una parte strumentale, un vuoto, un crescendo e il mood che deve prendere la melodia o il fill di chitarra”

Di fatto ad Agosto ho visto nascere i testi del Volume 4 di questa quadrilogia e negli ultimi giorni del 2023 ho assistito a questo assemblaggio tra musica, testo, melodia, struttura e suoni, le canzoni si sono formate nel giro di pochi giorni, il 28 Dicembre ci siamo visti ed era felice di essere riuscito a decifrare gli appunti musicali presi negli anni che sono diventati gli elementi formanti di queste canzoni. Eh si ho scritto proprio “decifrare” perchè anche il processo compositivo delle idee musicali è molto istintivo e guidato solo dalla percezione e dall’emozione, Luca riesce ad uscire dai canoni proprio perchè rompe le regole seguendo solo l’impulso creativo, utilizza accordature aperte anche molto strane che gli consentono di ottenere voicing molto particolari, linee melodiche per nulla scontate e progressioni armoniche che portano ad uscire dal mondo musicale conosciuto. Questi frammenti melodici, riff, progressioni armoniche, le appunta in registrazioni che poi quando il testo è pronto va a decifrare per capire come suonarle unendole al testo e assemblando la canzone nella sua struttura finale.

Nei prossimi concerti live Luca e i suoi Tautologists proporranno alcuni brani inediti dei prossimi album, motivo in più per seguirlo dal vivo nel prossimi mesi, per gustare sempre meglio Paris Airport ’77 nelle varie forme che assumerà in una continua evoluzione nei vari multiversi che Luca Dr. Strange/Mr. Crippa vorrà aprire agli ascoltatori e per iniziare a viaggiare in quelli dove già questi prossimi album vivono e risuonano in oscillazione tra passato presente e futuro.

Un futuro che Luca ha già sognato e sicuramente anche già vissuto:

Vol.1 “1999 – Songs From The Last Centuryil prossimo (pubblicato dopo 25 anni) oscillerà tra Americana, Alternative Country, Joni Mitchel e Tom Waits
Ti dico solo che ognuno dei 3 volumi si conclude con una Island Ballad
Quella del Vol.1 era/sarà una ninna nanna maori per la mia neonata primogenita del 1999


Il Vol. 3 “Mystery, The Greatest” sarà con 4 band diverse per 10 brani, il più eterogeneo e colorato. La copertina rifletterà colore e senso del mistero.Dovrebbe essere Il più rock di tutti


Il Vol. 4 “It’s Just … Love Songs”, acustico e con elettronica al servizio delle canzoni
, richiamerà a raccolta tutti i Tautologists e nella copertina ci sarà un elemento che richiamerà il primo album uscito a chiudere idealmente la quadrilogia. Non apparirò più nelle copertine. Quello è servito per affermarmi come identità di autore e band leader nel primo disco, ma poi vorrei che il ruolo di protagonista lo prendessero le canzoni.

Me lo regalo per i 60 anni (… !? Non può essere, it’s not me!) e mi piacerebbe avesse una produzione di alto livello. Ho 2 anni per modellare bene i brani nuovi, costruiti per lo più su spunti musicali piuttosto originali che avevo conservato per qualche buona occasione e testi che ho scritto in un giorno, in 24 ore questa estate per poi affinare e rimodellare il tutto proprio in questi giorni a cavallo d’anno.

Poi, in my ’60s towards ’70s, torno a divertirmi con il Southern Rock (Questo a 70 anni ci starebbe alla grande anche se alcune delle decine di bozze strumentali sono state buttate giù quando ne avevo 17 …) e già un’idea segreta per il concept del primo album che ha in sé un titolo e un innesco potente per generare i testi … (qui c’è un occhiolino d’intesa per il mio best fan & friend della mia versione “elettrica” Marco Manunta).

Insomma la vita alla fine ho preferito viverla e poi lasciarne le tracce più vivide qua e là nel tempo/fuori dal tempo”

Paris Airport ’77, supportato per la distribuzione fisica da i.r.d., e presente in tutte le piattaforme digitali, può essere anche acquistato online in formato digitale e CD su Bandcamp a questo link:

https://lucaandthetautologists.bandcamp.com/album/paris-airport-77-2

e può essere ascoltato in streaming su spotify:

(Foto di Giuliano Plorutti)

Questo mio articolo non è una recensione dell’album, non sarei in grado di farla, io ho cercato di raccontare una storia, di cui questo album fa parte, voglio pero’ proporre alla lettura del paziente lettore che è arrivato fino a questo punto i links alle numerose recensioni che sono state pubblicate in questi mesi dall’uscita dell’album e alcune citazioni tratte da queste:

“… un lavoro che dimostra come i musicisti italiani siano cresciuti talmente tanto da potersi confrontare con il mercato internazionale. Un disco complesso e affascinante, che si allunga in quattordici brani, ed è questa la scommessa vinta da Luca, farti arrivare fino in fondo e avere di nuovo voglia di ascoltarlo. Canzoni che attraversano molte strade del rock, dove nei dettagli sbucano accenni prog, jazz e blues, senza mai essere invadenti o pretenziosi … Bravi anche tutti i musicisti coinvolti, che si sono lasciati andare e messi a servizio delle canzoni, senza barriere, facendosi trasportare solo ed unicamente dalla musica. Questo profluvio di sensazioni ed emozioni, fa di questo disco, una delle cose migliori che ho sentito ultimamente.”
[Federico Bartolo – autore di “Viaggiatori della Notte”]

“Paris Airport ’77 è un esordio coi fiocchi, un disco che pesca a piene mani dal rock americano, declinato, però, con imprevedibilità, ottime idee e passione: opera prima in cui Luca Andrea Crippa compare come singer-songwriter e leader/fondatore di una formazione nuova di pacca, ma composta da vecchie volpi, con alle spalle una lunga esperienza sia live che in studio (avercene di band così in Italia). Con un parterre de roi di questo livello è del tutto scontato il risultato finale di un disco che conquista dalla prima all’ultima traccia, per la gioia di tutti gli appassionati di un certo rock americano che si tiene ben lontano da stereotipi mainstream. Sono tante le frecce all’arco di Crippa e tutte scagliate con grande precisione … in un panorama musicale così rigoglioso e ricco di spunti, ogni canzone conquista e meriterebbe una citazione e l’ora abbondante di ascolto scorre rapida e suggestiva, creando quella dipendenza che spinge a rimettere il cd nel lettore per un altro giro di giostra. [Nicola Chinellato – LOUDD]

“… plasma e modella le sette note, creando un gioiello che brilla di luce propria” [Antonio Spanò Greco – OFF TOPIC]

“… liberi da steccati che servono solo a frenare la creatività di una band dotata di classe ed energia …strutture elaborate vanno di pari passo con melodie che lasciano traccia sottopelle, si espandono all’interno di un contesto articolato e disinvolto … un ottimo debutto, che va ascoltato con cura per assaporare al meglio le varie direzioni della musica di Luca e della sua band, bravissimi nel sintetizzare con gusto le tante anime dell’American music.”
[Luigi Cattaneo – PROGRESSIVAMENTE BLOG]

“Sono diversi giorni che sono piacevolmente sommerso dalle note del disco di Luca & The Tautologists: le quattordici tracce che compongono l’album presentano una qualità compositiva, strumentale e vocale di alto livello, con esecuzioni molto valide da parte di tutti i musicisti coinvolti.
Molto bella la tittle track che apre il disco e che vede le chitarre subito protagoniste, la sezione ritmica che viaggia alla grande, la voce molto efficace ed il piano a ricamare il tutto … ed è subito grande musica. Ho gradito particolarmente “There’s A Time That Never Ends”, ballad dal tempo sostenuto e condita da grandi armonie vocali così come l’intrigante “Is It All That I Learnt” sempre condotta magistralmente da chitarre, voce e piano. Tra le mie favorite trova posto la ballad acustica “There Was A Time” tutta giocata tra gli strumenti a corda ed il piano…grande l’interpretazione vocale di Crippa.
Infine “From Dawn Till Late” che chiude il disco in bellezza e ci da’ conferma della bravura compositiva e strumentale dei Nostri. Tutte le tracce sono comunque di livello superiore”
[Luca REDAPOLIS Music Blog]

“La carriera di Luca Andrea Crippa è ricchissima di esperienze in ambito artistico, sia come musicista che come promoter. Arriva ora l’album d’esordio, che esplora varie influenze, fino a toccare i limiti del prog. Il disco è complesso, lungo, elaborato e merita ripetuti ascolti. Ottimo.” [Antonio Bacciocchi – RADIO COOP]

“Paris Airport ’77 abbraccia sonorità e contaminazioni disparate pur non perdendo in omogeneità, dal rock, al pop al progressive alla musica cantautorale di derivazione americana, con grande cura dedicata agli arrangiamenti ed ai testi. Luca Andrea Crippa non ha lasciato nulla al caso. Bravissimi e collaudati musicisti, registrazione impeccabile, effettuata presso i RecLab Studios di Larsen Premoli, e tanti ottimi brani a dimostrare la sua valenza come autore.”
[Stefano Tognoni – IL POPOLO DEL BLUES]

“Qui c’è un senso urbano, un’aria che porta nei meandri meno noti delle grandi città americane … 14 le canzoni che fanno parte di questo album, e alcune sono veramente notevoli a partire dalla title track; ma lasciano il segno anche Dreams Become Promises, splendida ballata in perfetto equilibrio musicale, e poi le finezze di una Flowers and Sunshine, la rockeggiante There’s A Time That Never Ends, trascinante come la successiva Some Old Youngster o The Man In The Wool Overcoat, che include citazioni Marvel come il Dr. Strange e il disegnatore Steve Ditko”
[Marcello Matranga – ADMR Web Rock Radio & FREE ZONE]

“Nelle sue sette vite musicali Luca Andrea Crippa ha collaborato con artisti internazionali, ha fatto per cinque anni il Promoter con lo pseudonimo Curtis Loew (scelto non a caso..), ha inciso una manciata di dischi come chitarrista, arrangiatore e produttore con Ruben Minuto e suonato per anni nella piu longeva tribute
Band italiana dei Lynyrd Skynyrd (Mr Saturday Night Special) …
Paris Airport’77 è un disco corposo in cui viene riassunto il
percorso musicale dell’autore, da sempre vicino a un suono rock di matrice americana qui riproposto senza ricalcare schemi prevedibili o prefissati che si ricolleghino alle sue passioni (Southern e country rock), con una certa fantasia e arrangiamenti molto curati anche nei particolari” [Paolo Baiotti – LATE FOR THE SKY]

“Un disco suonato questo “Paris Airport 77″, definizione che rende l’idea di una scrittura rock molto 70s e che mette insieme suggestioni che incrociano rock d’autore urbano, southern e attitudine jam, persino propaggini prog, al servizio di canzoni con testi personali” [Fabio Cerbone – Roots Highway, Made in Italy]

“Album corposo questo Paris Airport ’77, più di unora di musica in cui il leader Luca Andrea Crippa ha messo un po’ tutta la sua vita nei testi in inglese, con uno stile da heartland-rock stradaiolo … eppure la title-track iniziale, una sopraffina melodia sognante, quasi depista sul contenuto … poi Dreams Becomes Promises e Things…From a Spell riportano tutto a casa, accomunate anche da un finale che aumenta il ritmo dando sempre più spazio alle chitarre. Tra tante cavalcate da american-rock si distinguono anche la più tetra Winter Heights And My Falldowns, con anche inserti di elettronica realizzati da ZOWA (Lele Ledda), e la baldanzosa Undelivering che dà spazio anche alle tastiere di Riccardo Maccabruni. Se state per partire per un lungo viaggio è il disco giusto da mettere in valigia” [Nicola Gervasini – ROOTS HIGHWAY]

“Un’esperienza sonora avvincente. Un viaggio intrinso di atmosfere e suggestioni che trasportano l’ascoltatore in un mondo unico, ricco di sfumature e intricati dettagli musicali. Un CD che dimostra la padronanza delle fusioni di generi, mescolando abilmente differenti sound al fine di creare trame sonore intrinse di emozioni: un’opera che si distingue per la sua originalità e il suo stile. Consigliato a chi cerca un’esperienza musicale che va oltre i confini convenzionali.
[Maurizio Galli – Musicalmind]

“È un album capace di creare intimità e complicità, del quale ci si innamora e che fa innamorare. Maturo, profondo.
Eleganti e raffinate le atmosfere che evoca.
Suoni rilassati, spesso cupi, sprazzi improvvisi di luce abbagliante di metropoli vere o solo immaginate. So riconoscere un lavoro quando merita davvero: questo è un gioiello prezioso”[Pietro Dainesi]
“Che disco meraviglioso! Non pensavo potesse una band italiana arrivare a questo tipo di traguardo. Questo è un disco maturo, c’è tutto ciò che serve per farti esclamare, anche da solo a casa, wooooowww!!! 14 canzoni da amare: tra i dischi più belli in assoluto nel panorama “Americana” made in Italy.
Un capolavoro assoluto.” [Vincenzo Tropepe, musicista/ songwriter]

“Paris Airport ‘77” segna l’inizio dell’avventura di Luca & The Tautologists, un collettivo a composizione variabile guidato da Luca Andrea Crippa, autore di tutti i brani nonché voce solista e chitarra (acustica, elettrica, lapsteel, resonator e ukulele), con musicisti dalla lunga esperienza live e in studio.
In questo esordio i riferimenti ai fumetti Marvel (ma non soltanto) sono presenti in vari punti: Gene Colan nel primo brano che dà il titolo all’intero lavoro; in “Things Got Their Name from a Spell” Steve Ditko e il suo Dr. Strange e in “The Man in the Wool Overcoat” di nuovo Ditko e Steven Strange.
Come direbbe Stan Lee: Excelsior!” [FUMO DI CHINA]

“Sessantotto (!!) minuti colmi di musica, stilisticamente eterogenea e densi di testi sicuramente non stereotipati. Un atto di coraggio nell’epoca dell’ascolto “fast food style”? Oppure, come io ritengo, un orgoglioso gesto di amore per la musica, consapevole della qualità del prodotto proposto? In questa sua “opera prima” ha messo in liriche un personalissimo mix di cultura e “visionarietà”, che spiazza d’acchito ma che finisce per essere il più convincente biglietto da visita per procedere a ripetuti, esaltati ascolti, nonostante la lunghezza dell’opera. Tutto questo, avvalendosi della perizia tecnica del simbiotico “cerchio magico”, composto da Luca, Ruben Minuto, Leandro Diana, Deneb Bucella e Riccardo “Makka” Maccabruni, tra i più talentuosi musicisti nell’intero panorama musicale italico.“Paris Airport ‘77” non è fatto per un ascolto “a rate”. Prendetevi il momento per tenere il tempo o per sognare; un viaggio da ricordare può durare anche lo spazio di un disco!”
[Fabio Baietti – VISIONI MUSICALI E LETTURE VISIONARIE]

Intervista Radio Cernusco Stereo 93.900
https://fb.watch/pocMvkvOsV/

RECENSIONI

LOUDD
https://www.loudd.it/recensione/paris-airport-77/luca–e–the-tautologists_8007

REDAPOLIS MUSIC
https://www.redapolismusic.com/2023/10/luca-tautologists-paris-airport-77.html

PROGRESSIVAMENTE BLOG
https://progressivamenteblog.blogspot.com/2023/11/luca-tautologists-paris-aurport-77.html

IL POPOLO DEL BLUES
http://www.ilpopolodelblues.com/wp/2023/11/luca-the-tautologists-paris-airport-77/

LATE FOR THE SKY
http://www.lateforthesky.org/2023/11/13/luca-the-tautologists-paris-airport-77/

MUSICALMIND
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0i1kX7qmzPG6b1vAWBV863xT68boYEpdRcNHM7ZXgVwPG3SbiSV4FppkDVTTQGd2rl&id=100063766022384

RADIO COOP
https://www.radiocoop.it/luca-the-tautologists/

FUMO DI CHINA
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0FqbnS2rxywjUMwjipxb187VDGVPetbFcUuhNtnDBrqBHatV8Pzdd5iRykch1t35Fl&id=100064090572059

FREE ZONE
https://www.giannizuretti.com/articoli/luca-the-tautologists-paris-airport-77-tautology-vol-2/

MESCALINA
https://www.mescalina.it/musica/recensioni/luca-and-the-tautologists-paris-airport-77

FEDERICO “BART” BARTOLO (Autore di “Viaggiatori della Notte”)
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02tfsWVVAQR2sjnYrJKSSUbPdGEHXCeC3zz1G2fdJM6jztd9epuRJ9ZiJrcERVtcCgl&id=1583416234

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